Francesco Ciccio Baiano, ex calciatore – fra le altre – di Fiorentina e Napoli, ha parlato ai microfoni di 1 Football Club degli azzurri, attesi dal match di domani contro l’Atalanta al Maradona (ore 12.30).
Si parla molto di Accardi in orbita Napoli. Quanto è importante un direttore sportivo per una squadra?
“Tanto. Accardi ha dimostrato di aver fatto un grande lavoro. Ha scovato tanti giovani e, negli anni, hanno saputo valorizzare tanti talenti delle giovanili. È un merito anche del direttore sportivo”.
Qual è stata la perdita peggiore per il Napoli dopo l’addio di Kim, Spalletti e Giuntoli?
“Penso che l’addio di Spalletti e Giuntoli abbia inciso molto. È andato via un direttore sportivo che, guarda caso, è andato alla Juventus, dove arrivano soltanto i top. Il lavoro dell’allenatore era sotto gli occhi di tutti. Per vincere ci deve essere un puzzle. È questo che ha portato alla vittoria del Napoli. Il lavoro oscuro di un direttore viene poco esaltato ma, se non mette a disposizione del tecnico giocatori validi, non si vince”.
Qual è l’importanza di un allenatore nei confronti di un gruppo? Si può dire valga di più lo stesso gruppo?
“Li metto sullo stesso piano. Un allenatore deve incidere sulla testa dei giocatori. Quando un tecnico riesce a coinvolgere la maggior parte dei calciatori per il raggiungimento di uno stesso obiettivo, è l’ideale. I giocatori, in tal modo, possono mettere in pratica le idee di gioco del proprio allenatore. Quando trovi una sinergia del genere, non dico che vinci sempre, ma ci vai molto vicino. Ovviamente, un allenatore ha bisogno della qualità dei calciatori per poter vincere. A volte sento Guardiola, che ha vinto tutto, affermare l’importanza dei propri giocatori nei suoi successi”.
Quale deve essere l’evoluzione di Raspadori?
“E’ un giocatore che mi somiglia molto per caratteristiche e fisicità. Può rendere molto da trequartista. Ha bisogno, però, di una punta che gli giochi davanti per potersi esprimere al meglio. Non lo vedo da esterno. In questo caso rischieremmo di allontanare dalla porta un calciatore rapido, scaltro. Più gioca vicino alla porta, più diventa incisivo. Ciò detto, ha bisogno di continuità. Non ci si può aspettare da un calciatore che gioca spezzoni di gara che possa togliere le castagne dal fuoco”.
Italiano può essere la scelta giusta per il Napoli, nella prossima stagione?
“Per il lavoro che ha fatto in questi anni, seppur ancora emergente, può dirsi un allenatore importante. Ha conquistato due finali, anche se non ha portato a casa nulla. È sotto gli occhi di tutti la sua crescita, sia per quanto fatto a La Spezia che a Firenze. Gioca con il 4-3-3, un modulo che ama molto, anche se ha proseguito con il 4-2-3-1. Pertanto, per il Napoli sarebbe l’allenatore adatto”.