lobotka ispira il Barça
Il centrocampista azzurro nel mirino del club blaugrana che può tentare l’assalto Laporta allo scoperto: «Sì, ne abbiamo parlato».
Xavi disse: «Vorrei vederlo qui» E a Barcellona ricorda tanto l’idolo Iniesta
Non si «inventa» un don Andrés dalla sera alla mattina e però, se all’improvviso, sei anni dopo io suo addio, s’intravede un Iniesta in sedicesimi, si ha il dovere di mettersi a girare intorno al Camp Nou, le mano dietro la schiena, e pensarci un attimo. La sera in cui si spensero le luci in quello stadio che sa di Storia, divenne complicato farsene una ragione: nulla è per sempre e con la genialità d’un calciatore irripetibile, nella fosforescenza d’un tempo ormai perduto, rimase un senso di incompiutezza che sembra adesso evaporato. «Ne ho parlato con Deco, il Barcellona lo prenderebbe, ma dovrebbero succedere prima tante altre cose». Joan Laporta non è un uomo qualunque, porta in sé il vissuto di un’epoca abbagliante, un decennio che sa di tikitaka, di Guardiolismo, d’un football nella sua Bellezza estrema che ora pare sfiorito tra le rughe che l’incedere delle crisi aggrava: e però domani è sistematicamente un altro giorno e da presidente bisogna illuminarsi per offrire ai gioielli della “cantera” un padre spirituale che li guidi, tra le insidie del palleggio e le perfidie di traiettorie ingovernabili. Stanislav Lobotka è il calcio moderno che sprigiona allegria, è un faro che s’accende e sprigiona le emozioni raccontate da Xavi («mi piacerebbe vederlo qui, in questa squadra») alla vigilia di Barça-Napoli o confessate con sincerità da Laporta al Mundo Deportivo proprio mentre ondeggia tra i sentieri d’un mercato da costruire con una frase che sa di investitura: «Ne abbiamo parlato con Deco». E’ il tratto distintivo di un’Idea forte, un messaggio chiarissimo che annuncia mosse future – scontate, prevedibili e però svuotate della riservatezza – è il desiderio di fare sapere a chiunque, al mondo Barça ma anche a De Laurentiis, che prima o poi, se le condizioni si realizzeranno, sarà necessario sedersi dinnanzi ad un caffé e ad un contratto per far fondere le due volontà, la sua ma anche quella del «piccolo» Iniesta, «denudato» dei propri sentimenti dal proprio manager: «Gli piacerebbe giocare in un club che lotta per vincere la Champions League. Ne abbiamo discusso con Deco». E però non c’è neanche tanto da romanzare, intorno ad vicenda così limpida e trasparente, con già tre personaggi in cerca di un autore coinvolti – e pure convinti – di avere individuato il profilo giusto: Stanislav Lobotka (30 anni il prossimo novembre), piace a Xavi (Xavi, eh, il socio di Iniesta!) ma anche a Deco (Deco, eh, il diesse del Barça con quel passato alle spalle) e, mica magicamente, pure a Laporta, il presidente d’una società che è «assai più di un club» e che nella sua fase di rifondazione complessiva ha bisogno (pure) di un leader che diffonda effetti speciali intorno a sé.