D e Laurentiis in tre mosse, ha 65 giorni: Europa, squadra e mercato

D e Laurentiis ha 65 giorni: è il tempo che separa il Napoli dalla fine della stagione dei paradossi, incatenata alle ultime nove partite che sanno di tutto, e dall’inizio di quella che dovrà presentarsi come l’era del rilancio immediato. Il club, campione d’Italia ma già nel pieno di una successione troppo anticipata per essere vera, è ancora ambizioso. E molto. E ha in dote un patrimonio tecnico da valorizzare sia in casa sia sul mercato, perché Osimhen ha dato tutto in campo e potrebbe dare tantissimo anche nel caso in cui l’anticipazione del presidente in merito al suo futuro dovesse trasformarsi in realtà: nel contratto ha una clausola valida per l’estero da 130 milioni di euro e una valutazione che in ogni caso sfonderà il tetto dei 100 milioni. A suo tempo.

 

MOSSA EUROPA. La priorità per il momento, per il periodo che culminerà nella 38ª giornata e nel traguardo finale della nona partita, è disegnare un destino europeo che in questo frangente fugge e sfugge: il Napoli è settimo con 45 punti, a -9 dal quarto posto del Bologna che vale la Champions, e due passi dalla Conference che allo stato spetta all’Atalanta. La prossima avversaria attesa al Maradona dopo la sosta: il primo step di un percorso che racconterà anche degli scontri diretti con la Roma, la Fiorentina e la splendida macchina guidata da Thiago Motta. C’è, ci sarà di tutto: per gradire le sfide con Monza, Frosinone, Empoli, Udinese e Lecce. Giocherà la squadra, certo, ma anche De Laurentiis: non in campo, ci mancherebbe, ma con i pensieri del futuro. Quello, sì. Eccome.

MOSSA SQUADRA. L’ingresso in Europa, dal boom della Superchampions in giù, cambierebbe (cambierà) ovviamente i piani: più o meno, con più o meno. Ma in ogni caso il tempo a disposizione sarà utile per riflettere sull’integrazione della struttura societaria con un direttore sportivo e soprattutto sul quadro tecnico. La panchina, l’allenatore: quest’anno Adl ha aperto le porte a Garcia e Mazzarri per accoglierli e accompagnarli ai saluti, e poi ha aperto le braccia verso Francesco Calzona detto Ciccio, 55 anni, un vecchio amico molto caro ma soprattutto il ct della Slovacchia qualificata con ardore e qualità all’Europeo. C’era con Sarri da vice e con Spalletti da collaboratore, e oggi invece è il tecnico titolare e una speranza: dai risultati dipendono il futuro della squadra e di conseguenza anche il suo domani. In un solo concetto, forse spietato ma chiaro: si sta giocando la riconferma, la possibilità di continuare, va da sé. De Laurentiis ci pensa, segue e valuta insieme con altri candidati: si è parlato di Conte (il suo sogno), Pioli, Italiano, Farioli, Palladino. Ma a parlare, concretamente, è solo Aurelio. L’uomo che studia la mossa giusta dopo un po’ di errori: la sua idea è quella di aprire una sola porta, la prossima volta. E poi di tenerla chiusa.

 

MOSSA MERCATO. La squadra, tra l’altro, non può prescindere dal mercato: inevitabile. In lista ci sono Sudakov, il gioiello dello Shakhtar; e i centravanti del Lilla, David, e quello del Feyenoord, Gimenez: tutti nomi luminosi. Ma il mercato, altro intreccio egualmente imprescindibile, non può camminare e non camminerà in maniera indipendente rispetto alle prospettive: l’Europa, le coppe e la Champions producono appeal, fascino e prospettive. Introiti e indotti. Allargano la dimensione come proprio il Napoli, unico club italiano sistematicamente in una coppa da 14 anni, ha imparato vivendo la scena da protagonista. E il filo che unisce le mosse resta sempre lo stesso: le nove partite da giocare nei prossimi 65 giorni. Il tempo della verità.

 

Fonte: CdS

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