“Sul caso Acerbi la Procura Federale avvierà un procedimento di accertamento dei fatti. È evidente, infatti, che questa decisione è scaturita da un referto arbitrale che si è limitato a riferire che cosa è successo attraverso le parole del calciatore napoletano. Perché – ha detto l’ex giudice sportivo ed ex componente della Procura Federale dell’Ufficio Indagini della FIGC a Radio Marte nel corso di Forza Napoli Sempre – se avesse sentito lui la frase attribuita al giocatore dell’Inter a questo supplemento istruttorio non si sarebbe arrivati. È evidente che l’arbitro ha riferito nel referto di essere stato impegnato dal giocatore napoletano ma che lui personalmente non ha sentito la cosa. L’arbitro deve riferire quello che lui sa, come lo ha vissuto. Per l’Italia andare in tournée negli Stati Uniti con un calciatore che ha detto negro ad un collega in campo sarebbe stato davvero inimmaginabile. Perché il bianco, come si ritiene questo calciatore dell’Inter, guadagna e partecipa ad una macchina che è fatta funzionare da tante persone che non hanno il colore della sua pelle. Per me è un’eccezione che conferma una regola che, ormai, in tutti i campionati europei, è assolutamente diversa visto che i giocatori si distinguono tra loro solo per il modo di giocare e per quello che fanno. I tesserati sono tenuti ad una clausola compromissoria che di regola impedisce loro di adire il giudice ordinario se non chiedendo l’esonero dal rispetto della clausola compromissoria. In questo caso l’eventuale reato sarebbe quello di ingiuria che è perseguibile a querela. Ma ritengo che Juan Jesus non pensi a questa possibilità e si accontenti delle 10-15 giornate di squalifica che potrebbero essere inflitte ad Acerbi. Dal momento che è una violazione troppo evidente dell’art. 28 del Codice di Giustizia Sportiva non credo che ci sarà qualche giudice che scenderà al di sotto di queste giornate di squalifica. Anche per dare un segnale. Acerbi è l’eccezione che conferma la regola della crescita anche culturale da parte dei giocatori professionisti. Le fonti di prova sono Juan Jesus, l’arbitro ed eventuali immagini che sono quelle del momento in cui Acerbi riferiva all’arbitro quello che era successo. Da sportivo e da persona la cosa che mi ha dato più fastidio è il braccio di Juan Jesus che questo giocatore dell’Inter teneva. È stata una modalità espressiva arrogante, di un supposto potere. Insomma è una brutta storia sulla quale una delle migliori risposte l’ha data Spalletti anche se obbligato a farlo”.