La pagella del CdS – “Meret decisivo. Kvara si vede a tratti. Politano è il solito “creator”

Calzona  6 – Un punto d’oro, fondamentale, vitale per le speranze europee del Napoli. Interrompe la striscia vincente dell’Inter nel 2024, mantiene l’imbattibilità in campionato (3 pareggi e 2 vittorie) e soprattutto la testa alta, cose non scontate considerando la situazione: l’avversario, lo svantaggio, la delusione in Champions, l’assenza di Osimhen. La produzione offensiva e il gioco verticale che lui adora si vedono solo a tratti, anche perché i nerazzurri hanno codici a memoria e intensità notevolissima, ma la reazione resta e l’aggressione alta funziona sempre meglio. La squadra deve abituarsi al suo modo di difendere orientato sulla zona: il gol dell’Inter ricorda quello di Fermin con il Barça.

Meret 7 – Al 13’ dice buonasera San Siro: doppio – ottimo – intervento sulle conclusioni di Darmian e Lautaro. Condannato sull’1-0, ma nella ripresa è ancora reattivo su Martinez e Dimarco (punizione). Decisivo.

 

Di Lorenzo 5  – Da quel lato è un capogiro continuo: Dimarco innanzitutto, un treno; poi Bastoni (vedi 1-0) e gli inserimenti di Mkhitaryan. Nasce spesso, tutto sulla destra del Napoli. Lui, invece, riesce ad affondare appena un paio di volte in 55 minuti. In crescita nel finale come tanti colleghi.

 

Rrahmani 6,5 – Se la vede con Lautaro, un Toro mica per dire, e la sfida è sempre impegnativa. Finisce pari, certo, ma qualche rischio lo corre sempre (vedi un contatto in area cancellato dal fuorigioco). L’ultima chiusura su Thuram è classificata così: provvidenzale.

 

Juan Jesus 7 – Il duello con Thuram richiama un po’ quello di Riyad, in Supercoppa: fisico, in velocità, terra e cielo. E JJ, un difensore spesso molto sottovalutato, colleziona chiusure e anticipi anche con aggressioni molto alte. E poi, beh, il gioiello della serata: il gol di un pareggio incredibilmente importante. Da rapinatore d’area. La legge dell’ex.

 

Olivera 5 – In ritardo sul gol di Darmian, nel tranello del contromovimento ferale. Adios. Spinge poco anche se l’Inter martella meno sulla sua fascia, ma il timore resta. Fino alla fine.

 

Mario Rui (29’ st)sv . A presidio della sinistra con attenzione.

 

Anguissa 5 – A momenti, a tratti. E sono lampi che però non accecano. Meglio in pressing che in produzione, lui che straripava nelle due fasi. Ma mica si può vivere nel passato, vero? Oggi sono compitini, qualche errore banale e conclusioni sballate (33’ st).

 

Lobotka 6 – Un passo indietro rispetto agli ultimi standard sempre molto alti, però l’aria respirabile è molto poca: Lautaro è il primo schermo, Calhanoglu la calamita, ma è l’organizzazione difensiva dell’Inter a chiudere linee e spazi. Almeno non si disunisce.

 

Traore 6 – Barella ha un altro passo, però lui ha padronanza tecnica e anche idee verticali. Non illumina né strappa mai, sia chiaro, però accompagna. Vorrebbe e anzi vuole (al tiro) prima di uscire, ma non riesce a lasciare segni tangibili.

 

Cajuste (25’ st) 6 – Fatica e sudore. Quel che serviva nella fase cruciale.

 

Politano 6,5 – L’avvio è complesso, perché il binario è presidiato bene da Dimarco e Bastoni, ma i soli pericoli piovono dalle sue parti, come conferma anche l’angolo del pareggio. Sull’1-0 cade nelle pieghe del sistema difensivo, attivandosi su Bastoni dopo l’input, come da copione.

 

Ngonge (47’ st) sv

Raspadori 5- Non giocava titolare nel suo ruolo prediletto, il centravanti, dalla trasferta con la Lazio. Serata sbagliata, verrebbe da dire, considerando i risultati: Acerbi lo affoga. Zero pericoli.

 

Simeone (29’ st)sv – Entra e comincia a dare fastidio, anche nel gioco aereo, pur toccando pochi palloni (5).

 

Kvaratskhelia 5,5 – Contro Darmian, tanto per cominciare, e a seguire faccia a faccia con Pavard e Bisseck: un osso più duro dell’altro. E così viene dentro, cambia fascia, prova a dialogare e parte a caccia di soluzioni personali che culminano nel primo tiro (soft) nello specchio di Sommer all’11’ della ripresa. Pochino. Però tiene botta e fa ripartire la squadra quando serve allentando la pressione e la tensione.

 

Lindstrom (47’ st) sv

 

Fonte: CdS

 

 

 

 

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