Maradona, l’accusa di Gianinna: “Volevano ucciderlo”

Si è appena aperto, con l’udienza preliminare, il processo per la morte di Diego Armando Maradona a carico di otto professionisti – medici e infermieri – che avrebbero dovuto assistere il Pibe. Gianinna Maradona, secondogenita del Pibe e di Claudia Villafane, al programma televisivo argentino “Teleshow” ha attaccato duramente quella presunta équipe medica per la morte di Diego. Le sue parole da ilmattino.it: «Quando feci visita a mio padre nel giorno del suo sessantesimo compleanno nell’abitazione dove viveva a Bella Vista l’ho trovato che dormiva. C’erano tante persone che mi strattonarono. Un brutto momento, fu orribile. Quelle persone avevano un piano, volevano ucciderlo e lo avevano dopato. Ho detto a Dalma, mia sorella, che dobbiamo tenere la testa alta e guardare negli occhi quelli che invece la testa devono abbassarla». Gli indagati sono otto: il neurochirurgo Leopoldo Luque, la psichiatra Agustina Cosachov, lo psicologo Carlos Angel Diaz, il medico coordinatore Nancy Edith Forlini, il coordinatore degli infermieri Mariano Ariel Perroni, l’infermiere Ricardo Omar Almiron, l’infermiera Dahiana Gisela Madrid e il medico Pedro Pablo Di Spagna. L’accusa formulata dai pm è di omicidio con dolo eventuale, che prevede una condanna da 8 a 25 anni. C’è da dire che negli atti processuali si evidenzia che dopo l’intervento chirurgico i medici suggerirono un ricovero dell’ex Campione presso una struttura sanitaria per la convalescenza e che furono le figlie ad assumersi la responsabilità di trasportarlo nell’appartamento di Tigre, dove sarebbe morto 22 giorni dopo, nell’assoluta indifferenza – secondo la tesi dei magistrati – di chi avrebbe dovuto assisterlo.
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