Il Napoli martedì sera giocherà a Barcellona la gara di ritorno degli ottavi di Champions che potrebbe valere una stagione.
Si è giocata ieri sera allo stadio “Maradona” il match tra il Napoli di “Ciccio” Calzona e il Torino, privo del suo tecnico Juric squalificato, valido per la 28° giornata del campionato di serie A. I partenopei, dopo due vittorie consecutive contro Sassuolo e JUVENTUS, erano chiamati a dare ulteriore linfa alla propria classifica per alimentare le speranze europee. Al cospetto però c’era un avversario che ha fatto del suo bunker difensivo un vero e proprio punto di forza. E alla fine la gara è terminata col risultato di parità tra tanti rimpianti per i partenopei.
Ecco, di seguito, i principali spunti del match:
- Il capitale umano: fa rabbia vedere tre tecnici non riuscire a sfruttare tutto il potenziale della rosa, che magari non sarà da scudetto ma certamente vale più del settimo/ottavo posto attuale. Stagione negativa sicuramente, mancanza di amor proprio dei calciatori anche, ma perché Lindstrom entra nel recupero? Perché Calzona inserisce Traore e Raspadori solo a venti minuti dalla fine? Domande che a Napoli ormai facciamo da agosto a chiunque si sia seduto sulla panchina senza capirne mai il senso.
- I tre minuti: manco fosse una canzone dei Negramaro, la gioia del vantaggio per il Napoli è durata appena tre minuti. ALT niente discussioni sull’arbitro e nemmeno sulla cattiva sorte se vogliamo crescere. Questa squadra da agosto non è in grado di gestire un risultato mai. Anche con l’attuale guida tecnica, il pareggio di Cagliari e le cinque/sei occasioni nitide della Juventus (un caso che non abbia pareggiato) hanno palesato degli evidenti limiti difensivi e organizzativi di questa squadra. E il pareggio del Torino dopo una manciata di secondi sono l’ennesima prova di una fragilità davvero impensabile sei mesi fa.
- La gara più importante: a Napoli e’ stata troppo sottovalutata l’importanza della sfida di ieri sera contro il Torino. Dare per scontato che si potesse vincere quando sono otto mesi che non si ottengono i tre punti in tre gare consecutive e’ stato un clamoroso errore. Ora farei una domanda: e’ valsa la pena risparmiare alcuni calciatori in previsione del Barcellona martedì sera? ASSOLUTAMENTE NO! In primis perché visti gli incroci della giornata potevi accorciare in classifica sulle squadre da Europa minore. Secondo perché vincere aiuta a vincere e a moltiplicare le energie (nessuno si sentirà stanco per martedì fidatevi). Infine perché, anche se risparmi calciatori ed energie, non è affatto detto che torni con la qualificazione in tasca (serve un’impresa). E allora perché non schierare tutti i migliori sin dall’inizio ieri sera? L’ennesima riprova di un fallimento puro.
- Le tre tipologie di allenatori: esistono a mio avviso nel 2024 tre categorie di allenatori, ad esclusione di quelli scarsi e raccomandati che fanno storia a se’. I “Top” sono quelli da ingaggio milionario con elevate percentuali di successo (anche se a Napoli un fallimento lo ricordiamo bene con Ancelotti). Poi ci sono i “medi”, coloro che nel computo totale non tolgono e non mettono nulla alla stagione di una squadra con dei picchi sia verso l’alto che il basso. Infine ci sono gli emergenti, quelli che se lasci passare un anno di troppo non riesci più a prendere. Ecco il Napoli difficilmente potrà e vorrà permettersi quelli della prima categoria, ma deve essere assolutamente orientato sugli emergenti. A costo di pagare lo scotto dell’ inesperienza, bisogna ritornare a gettare le basi per un nuovo progetto pluriennale.
A mente fredda è a cura di Marco Lepore