Con il Barcellona, di piatto destro, dopo essersi liberato di Iñigo Martinez; a Cagliari, di testa, appoggiando comodamente in porta l’assist di Raspadori; a Reggio Emilia, girata di destro, su traversone di Politano; poi il cucchiaino, ancora con il destro e la tripletta a porta vuota per gradito omaggio di Kvara: e dunque, cosa volete che sia un rigore sbagliato dopo averlo conquistato, al 43’ del secondo tempo, se poi Raspadori l’ha sistemato in porta? Osimhen è tornato e lo ha fatto a modo suo: cinque gol in quattro partite, una presenza possente nell’area altrui, ma non solo. Il Napoli ha vacillato brutalmente, ne ha avvertito l’assenza nell’era Garcia (saltate quattro gare di campionato e due di Champions), l’ha perduto sul lungo termine con Mazzarri (sette in campionato e le due di Supercoppa), in realtà se l’è goduto poco, perché la distrazione del contratto (rinnovato a dicembre) e poi la Coppa d’Africa hanno pesato ed hanno sottratto “il fattore”. Osimhen è quello dei 31 gol della passata stagione, è l’uomo da 130 milioni di euro per il prossimo mercato, è il bomber che ti cambia la vita.
Fonte: CdS