Il nuovo allenatore del Napoli, Francesco Calzona, ha mostrato sin dalla prima gara, quella col Barcellona, che il Napoli dello scudetto non poteva essersi dileguato, e lo sta facendo giorno dopo giorno ancora, e gara dopo gara, come sottolinea il Corriere dello Sport. “Non è ben chiaro a nessuno dove possa arrivare il Napoli, non è in grado di dirlo né un mago e né un veggente, ma Calzona, come un rabdomante, è andato a capire dove fosse finita quella vena poetica irrinunciabile, la natura stessa della vita della sua squadra: «Qui nel codice genetico c’è la Bellezza». Un pareggio sofferto con il Barcellona, uno «maledetto» a Cagliari, una vittoria travolgente a Reggio Emilia con il Sassuolo e una «benedetta» con la Juventus: squadra che segna sempre, che un po’ ancora concede (e tanto alla Vecchia Signora), che però s’è preso il pallone e lo ha tenuto per sé: il 71% di possesso con Madame e a Cagliari, il 72% con il Sassuolo. Come avrebbero detto i Maestri di un tempo: «se la palla ce l’ho io, sono sicuro che non possono tirarmi in porta». Però ci hanno pensato Osimhen (cinque gol in quattro partite e un rigore sbagliato), Kvara che ne ha fatti tre, Rrahmani e Raspadori, che si è sbloccato dopo quattro mesi senza l’aiuto di intelligenza artificiale, ma dimostrando che quella umana, sui calci di rigore, è più che sufficiente”.