Sassuolo e Napoli si sono affrontate ieri nel recupero della 21° giornata di serie A perchè i partenopei erano impegnati nella Supercoppa.
Si è giocato ieri alle ore 18:00 allo stadio “Mapei” di Reggio Emilia il recupero di serie A tra i padroni di casa del Sassuolo del neo tecnico Emiliano Bigica e il Napoli di Francesco Calzona. Due squadre in profonda crisi che hanno dovuto ricorrere al cambio in panchina (i partenopei sono al secondo) per provare a scuotersi, con gli ospiti reduci dal pazzesco pareggio di Cagliari (CLICCA QUI PER A MENTE FREDDA). E dopo una stagione davvero terribile il Napoli si ricorda di essere campione d’Italia, rifilando ben sei reti ai neroverdi.
Ecco, di seguito, i principali spunti del match:
- L’orgoglio sventolato: la squadra in questa stagione ha fatto male-malissimo fallendo praticamente tutti gli obiettivi, eppure il pubblico ha sempre riempito lo stadio con costanza in casa e ha accompagnato i suoi beniamini in trasferta da Nord a Sud (isole comprese). Anche ieri a Reggio Emilia, alle 18 di un mercoledì lavorativo, erano tantissimi i tifosi (organizzati e non) a gridare e ricordare a tutta l’Italia che il tricolore sul petto ha il prefisso 081… Esattamente un anno fa contro il Sassuolo le immagini di diversi neonati ricoperti d’azzurro sugli spalti passarono agli archivi come simbolo del terzo storico scudetto, e chissà se anche ieri una “roboante” vittoria sullo stesso campo sempre in un turno infrasettimanale non possa essere la partenza di nuovo corso per il Napoli.
- Il fattore “O”: non mi piace accampare o cercare scuse per giustificare un anno “horribilis” dal punto di vista sportivo, dove la società ha sbagliato davvero tutto pagandone amaramente le conseguenze. Ma l’analisi deve tener conto di tanti aspetti e nei giudizi non possiamo dimenticare la sfilza incredibile di partite saltate da Victor Osimhen. Infortuni, squalifiche, Coppa d’Africa (qualcuno fermi questa follia di giocarla a campionati in corso) abbinati a rapporti poco idilliaci col primo tecnico, hanno depotenziato la prolificità dei partenopei. La sua assenza è stato un fardello troppo pesante da sopportare, in particolare per il suo “gemello diverso” Kvaratskhelia che ha provato a mettersi la squadra sulle spalle con alterne fortune. Tre reti ieri contro il Sassuolo e cinque nelle tre gare giocate dal suo ritorno fanno aumentare il rammarico di quanto il nigeriano sia un fattore per la squadra. Dodici gare in campionato più almeno un’altra in Champions e poi sarà separazione dall’attaccante più decisivo della gestione Aurelio De Laurentiis. MAGARI GIUSTO IL TEMPO DI TOGLIERCI QUALCHE SFIZIO…
- L’Istituto Luce: in un periodo in cui nel nostro paese le “manganellate” sono ritornate di moda, ieri a Reggio Emilia durante Sassuolo-Napoli il pubblico ha potuto riammirare immagini da “vecchio Napoli“. Già perchè proprio come nelle proiezioni in bianco nero dell’Istituto Luce, ieri si sono riviste funzionare le fasce come non avveniva da tempo. In particolare a destra Politano ha risposto alle critiche sull’egoismo con due assist e Di Lorenzo ha dato vita a delle sgaloppate come nella gestione Spalletti. Nella ripresa invece Kvaratskhelia ha bucato due volte la porta avversaria partendo dall’out mancino. Allora tutto risolto? Niente affatto perchè il Sassuolo è sembrato avversario troppo fragile in questo periodo e la “scorpacciata” di ieri deve essere interpretata nel modo giusto per evitare che le sei reti si trasformino in mere illusioni future. A cominciare da un caldissimo Napoli-Juventus in programma domenica prossima alle 20:45.
- L’ultima fiche: proviamo a fare un ragionamento ad ampio respiro, senza farci prendere nè da pessimismo o voli pindarici. Il Napoli con la vittoria di ieri contro il Sassuolo è arrivato a 40 punti e ha scacciato tutti i”cattivi pensieri“. Salernitana, Verona, Cagliari e Sassuolo, quattro tra gli avversari più deboli li ha affrontati e a dodici giornate dalla fine hai sei punti di distacco dall’Atalanta quinta e quattro dalla Roma sesta. Mancano ancora tanti scontri diretti, ma per una squadra che deve inseguire non è assolutamente una cosa negativa. Ovviamente per raggiungere l’Europa (minore a meno che col quinto posto non si vada in Champions) serve continuità e capacità di farsi trovare pronti da adesso in poi e sapere che quegli scontri diretti valgono doppio. La squadra ieri ha dato la sensazione di poter tornare a divertirsi, sapendo che le fortune del Napoli passano esclusivamente dalla salute “mentale e fisica” di due calciatori su tutti. Di contro c’è che se questa squadra con Garcia non era mai riuscita a ottenere tre vittorie consecutive, da novembre in poi ha decisamente peggiorato il suo ruolino di marcia perdendo quasi tutti gli scontri diretti. Calzona ha davvero poco tempo e un margine di errore pari a zero per provare a cambiare il corso di una stagione che a Napoli non vediamo l’ora di terminare. E se questo finale improvvisamente diventasse dolcissimo? Un primo verdetto lo avremo il 03 marzo intorno alle 23…
A mente fredda è a cura di Marco Lepore