Antonio Piccolo e Carlo Sagliocco eroi civili: «Noi maestri di calcio e speranza»
Tre eccellenze campane tra i 30 premiati con le onorificenze al merito del presidente della Repubblica: sono i napoletani Antonio Piccolo e Carlo Sagliocco, di 74 e 71 anni, presidente e vicepresidente della scuola calcio Arci Scampia e Michele Mele, salernitano di 32 anni e ricercatore all’Università del Sannio. Tre testimonianze di impegno civico a cui è andato il prestigioso riconoscimento.
C’è uno scatto che li ritrae sorridenti mentre tengono assieme un pallone: «Ce lo donarono i volontari di Libera ed è la foto che più ci rappresenta»,
Ancor più emozionato è Antonio: «Non so se lo meritiamo, abbiamo solo utilizzato il fascino del calcio (perché tanti di loro sognano di diventare campioni), convincendoli a seguirci su altri versanti umani che siano loro da esempio positivo».
A esprimere soddisfazione anche la Figc Lega nazionale dilettanti della Campania: «Congratulazioni da tutta la grande famiglia del calcio dilettantistico e giovanile campano a Piccolo e Sagliocco – dice il presidente Carmine Zigarelli – che da sempre hanno rappresentato con le loro attività, attraverso il gioco del calcio, una casa accogliente per tanti giovani; una vera fabbrica di speranza, dove hanno coltivato non solo il talento dei ragazzi ma hanno lavorato per creare un domani migliore per molti di loro promuovendo valori sportivi e sociali con encomiabile impegno».Da Salerno arriva invece la storia di Michele Mele, 32 anni, cavaliere dell’Ordine al merito «per divulgare con cura e precisione le problematiche delle persone ipovedenti impegnandosi per eliminare le difficoltà e gli ostacoli». Michele ricercatore, presso l’Università del Sannio, si occupa delle problematiche delle persone ipovedenti e individua nuovi strumenti per facilitarne la quotidianità. «Ovviamente non me lo aspettavo, però fa piacere il riconoscimento dei risultati di uno sforzo – dice – del tentativo di migliorare la società o quantomeno le condizioni di vita della minoranza della quale anche io faccio parte. L’obiettivo è abbattere i pregiudizi che ancora allontanano le persone ipovedenti o non vedenti dalle discipline scientifiche».