Nessuna svolta per il Napoli, ripreso dal Cagliari al 96′ quando Luvumbo – sull’ultimo pallone del match – approfitta di un grave svarione di Juan Jesus regalando alla formazione di Claudio Ranieri un importantissimo punto in chiave salvezza.
Gli azzurri hanno numerosi motivi per recriminare: chiedere a Politano e Simeone, capaci di gettare clamorosamente alle ortiche due nitidissime occasioni per congelare la gara. L’eccesso di egoismo dell’ala e della punta, subentrate nella ripresa, costa carissimo e fa sfumare forse definitivamente quel quarto posto che significa Champions League e relativi introiti, da sempre vitali per la crescita di una società destinata concretamente a restar fuori da ogni torneo continentale dopo quattordici anni.
Dopo il pari contro il Barcellona, da Calzona – oggi all’esordio su una panchina di Serie A – e i suoi erano attese conferme per dare una sterzata al rendimento in trasferta, con gli azzurri a secco di reti e punti dallo scorso 25 novembre. Ancora una volta, dal campo è arrivato il solito copione: da un lato una squadra che, pur con i limiti tipici di chi è abituato a battagliare per sopravvivere, provava a fare la sua partita e, dall’altro, un avversario dismesso, imballato a livello mentale e quindi abulico. Ci pensa il Var a mettere una pezza quando Rrahmani, disturbato nella circostanza da Lapadula, spiazza Meret.
L’unica nota lieta in casa Napoli si chiama Victor Osimhen: al bomber nigeriano, autore di una prova fin lì opaca, basta correggere in rete un assist di Raspadori per dare conferma della sua imprescindibilità nello scacchiere tattico di un collettivo ormai sgangherato, quasi ridotto ad ectoplasma e dove l’aspetto mentale è una conclamata criticità. Se si escludono le opportunità sul finale, anche oggi la sensazione è quella di aver mancato l’appuntamento col salto di qualità sul piano mentale, assente ingiustificato sin da inizio anno.
Dopo la beffa in extremis, non resta altro che attendere la fine di quest’incubo. Ma fra tre giorni si torna in campo.
Riccardo Cerino