Ranieri: «Il Napoli? Non possiamo pensare agli altri Ci serve lo spirito del secondo tempo di Udine» Il tecnico, in vista di un’altra sfida delicata, richiama i suoi.
« Il secondo tempo di Udine è la traccia che dobbiamo seguire » . A partire già da domani pomeriggio alla Unipol Domus contro il Napoli. Perché per evitare di smarrirsi nei bassifondi della classifica, il Cagliari di Ranieri deve restare nel sentiero che porta alla salvezza. Partendo, o ripartendo, da quanto di buono fatto in casa dei bianconeri. Soprattutto nella ripresa. Provando a lasciarsi alle spalle le paure e il fatto di giocare contro una squadra importante, per regalare ai tifosi un pomeriggio da ricordare.
RISCATTO. Non sarà semplice ma ancora una volta proprio l’apporto del pubblico rossoblù potrà essere determinante nel cercare di centrare un risultato positivo. Magari il primo, clamoroso, contro una delle big di questo torneo perché fino ad ora il Cagliari non è riuscito a imporsi, fatta eccezione per il Bologna, contro nessuna delle prime cinque della graduatoria. E il Napoli, nonostante le difficoltà di questo tormentato torneo, è senza dubbio una delle squadre più temibili, anche se il rendimento non è stato all’altezza dello scorso campionato. Lo sa bene Ranieri che non si fida affatto di un avversario in difficoltà: «Napoli in crisi? Direi proprio di no, anche alla luce di quanto ho visto contro il Barcellona. Magari non gli riesce quello che gli riusciva l’anno scorso quando era una macchina da guerra, ma parliamo sempre di una squadra con giocatori determinati a cambiare le sorti del campionato. Una squadra gagliarda che sa il fatto suo e che ha lo scudetto sulla maglia». I punti in palio e la posizione di classifica spingono, però, il Cagliari a tentare il tutto per tutto perché ormai ogni sfida sarà decisiva. «Dobbiamo giocare tutte le gare da qui alla fine come sappiamo fare noi, senza pensare al nome dell’avversario ma rispettando tutti. Perché i punti sono importanti in ogni occasione».
ELETTROSHOCK. Ha provato a dare la scossa a suo modo l’allenatore rossoblù. E in parte ha raccolto i frutti con una ripresa giocata al massimo la settimana scorsa. Ora, però, servirà un altro passo in avanti per evitare di vanificare i piccoli progressi registrati. «Non mi sono dimesso per testare il polso della squadra ma perché ero convinto dentro di me al cento per cento che fosse un modo per dare la scossa al gruppo. I ragazzi, però, mi hanno detto che avremmo lottato tutti insieme fino alla fine e non volevo sembrasse che avessi intenzione di tirarmi indietro. Volevo farli reagire, non era una provocazione». E ora dovrà misurarsi contro Calzona che è arrivato sulla panchina partenopea al posto di Mazzarri. «Conosce vita, morte e miracoli della squadra e sa come toccare le corde giuste dei giocatori. Per questo contro il Barcellona ho visto un bel Napoli».