Sette squadre in nove punti, dall’Atalanta a quota 45 (ma con una partita da recuperare) insieme al Bologna, all’accoppiata Napoli-Torino (tutt’e due con una gara in meno, come la Lazio) a 36. Sette squadre in lotta per uno/due posti in Champions, un posto in Europa League, un posto in Conference. E anche tre delle quattro semifinaliste di Coppa Italia, che porterà una squadra in Europa League, fanno parte di queste prime sette, la quarta è la Juve. Un vero mischione, una corsa che prevede da qui alla fine del campionato la bellezza di 34 scontri diretti comprese le sfide con le prime tre della classifica attuale, Inter, Juventus e Milan.
Da domenica 25 febbraio, 26ª giornata di Serie A, fino a domenica 26 maggio, ultima giornata, non ci sarà un turno senza almeno una partita da Europa. Il Torino (recupera giovedì contro la Lazio) ne giocherà nove, più di tutte le altre, mentre la Lazio sei, meno di tutte insieme al Bologna. Nemiche in campionato, si ritroveranno alleate quando le nostre sette squadre si trasferiranno nelle coppe europee, allora tutti tiferanno per Inter, Milan, Atalanta, Roma, Fiorentina, Lazio e Napoli, dal loro cammino dipenderà la classifica Uefa per iscrivere alla Champions anche la quinta squadra. Per ora siamo in testa.
Napoli
A inizio stagione si poteva anche immaginare qualche difficoltà di una squadra campione d’Italia che aveva perso la sua guida, ma nessuno poteva pensare a una crisi così spaventosa. Dopo 24 partite di campionato il Napoli ha ventinove punti in meno dell’anno scorso. Da Spalletti a Garcia tutto è cambiato, in peggio, da Garcia a Mazzarri niente è cambiato, in meglio. Forse Osimhen, col suo prossimo rientro in squadra, potrà restituire un po’ di gol e un po’ di entusiasmo a una squadra che sbanda da una parte all’altra e che adesso è attesa da partite di fuoco, domani il Barcellona per l’andata degli ottavi di Champions al Maradona e il 3 marzo la Juventus sempre in casa. La distanza dal quarto posto dell’Atalanta è notevole, gli azzurri hanno nove punti in meno, ma sono soprattutto i segnali che sta mandando la squadra a rendere nebuloso (per non dire oscuro) il prossimo futuro del Napoli. Non c’è spinta, non c’è gioco, non ci sono idee, per ora è una rovinosa caduta fuori dalla zona europea. Per questo solo Osimhen (viste anche le difficoltà dei suoi sostituti Simeone e Raspadori) può tirare fuori la squadra da questa crisi.
Fonte: CdS