Sacchi sul Napoli: “Doveva prendere un allenatore in continuità con Spalletti”

Le sue dichiarazioni alla Gazzetta dello Sport

Arrigo Sacchi, ex allenatore del Milan e della Nazionale, ha parlato del Napoli alla Gazzetta dello Sport: “Vedere il Napoli campione d’Italia in carica piazzato a metà classifica e con scarse possibilità di entrare nella prossima Champions League, diciamo la verità, fa una certa impressione. È sicuramente la delusione più grande di questo campionato. Le ragioni di questa situazione sono molteplici e, per analizzarle, è necessario osservare con attenzione tutto ciò che è accaduto partendo dalla stagione scorsa. Il Napoli ha conquistato lo scudetto dominando gli avversari e incantando il pubblico dopo avere ceduto i pezzi pregiati della squadra. Questo non va mai dimenticato: venduti Insigne, Mertens, Koulibaly, Fabian Ruiz e acquistati elementi che erano, nella maggior parte dei casi, dei semi-sconosciuti. A questo nuovo gruppo Spalletti è stato talmente bravo a dare, in poco tempo, un gioco coraggioso e coinvolgente, nel quale tutti partecipavano alla manovra in fase di possesso e di non possesso. L’attuale c.t. azzurro ha compiuto un autentico capolavoro e lo ha fatto in una città che non è certo abituata a vincere. Prima di lui il Napoli aveva conquistato il titolo soltanto quando in squadra c’era un certo Diego Armando Maradona, cioè il miglior giocatore del mondo. Altra cosa da sottolineare, e questo è un grande merito del presidente De Laurentiis: il successo è arrivato con i bilanci a posto. Nell’estate scorsa, non ne conosco i motivi, il divorzio tra il Napoli e Spalletti e il conseguente ingaggio di Rudi Garcia. In questo caso, a mio avviso, il presidente ha agito con poca lungimiranza: Garcia non ha lo stesso stile di gioco di Spalletti, sarebbe stato invece più opportuno cercare un allenatore che, in qualche modo, potesse portare avanti il discorso strategico iniziato da Luciano. Dico questo perché i giocatori del Napoli, questa è stata subito la mia impressione, mi sono sembrati frastornati: all’improvviso, dopo una vittoria clamorosa che aveva sicuramente fatto girare la testa per le emozioni che aveva generato, si sono trovati in panchina un allenatore che diceva cose diverse dal precedente. Questo cambiamento, forse, li ha mandati in tilt. Come ho detto prima, non trattandosi di campionissimi con tanta esperienza sulle spalle, è probabile che a livello caratteriale abbiano subito negativamente la sostituzione di Spalletti. L’ambiente, che nella passata stagione è stato importantissimo per raggiungere il traguardo, ora è fortemente critico. Normale: Napoli è una città che vive di passione, trovare l’equilibrio è sempre complicato, ci si esalta e ci si deprime con molta facilità e non è mai positivo quando una squadra va da un estremo all’altro. In una simile situazione servono nervi saldi, idee chiare, capacità e rapidità di decisione. Una cosa è certa, e lo dico dopo aver osservato molte partite del Napoli in questo campionato: l’attuale squadra non è parente nemmeno alla lontana di quella della passata stagione. Mi pongo anche la seguente domanda: non è che questi giocatori abbiano ballato una sola estate? Vittime della solita sindrome da successo, che coglie chiunque vinca una grande manifestazione, non sono stati capaci di trovare le contromisure per reagire. Dopo l’esperienza di Garcia, decisamente fallimentare in termini di risultati e di gioco, De Laurentiis ha provato a dare una sterzata con Mazzarri. Ma anche Mazzarri è un allenatore lontano dallo stile di Spalletti, e dunque i giocatori hanno fatto fatica a seguirlo. Spalletti, che negli ultimi anni è cresciuto tantissimo, è un vero e proprio stratega: il Napoli, se vuole ritornare ad altissimi livelli mantenendo questo gruppo di calciatori, deve cercare un tecnico che abbia gli stessi principi di gioco di Luciano. De Laurentiis, che si è dimostrato un fuoriclasse nel controllo dei bilanci e nella gestione finanziaria del club, adesso è chiamato a compiere un’impresa, perché raddrizzare la situazione è tutt’altro che semplice. Esonerare Mazzarri, al quale a mio avviso non si possono attribuire grandi responsabilità, e puntare su Calzona, che ha lavorato sia con Sarri sia con Spalletti, potrebbe rivelarsi una mossa azzeccata a patto che tutto il gruppo e tutto l’ambiente condividano la scelta e remino nella stessa direzione“.

Fonte: Gazzetta dello Sport

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