Il giornalista e cronista di DAZN, Riccardo Mancini, è intervenuto in diretta durante il programma 1 Football Club, in onda su 1 Station Radio, parlando del Napoli e del pareggio contro il Genoa nell’ultime giornata di Serie A.
Ecco le parole di Riccardo Mancini:
“Col Genoa secondo tempo sottotono? Ho visto una squadra molto simile a quella vista contro Salernitana e Verona, soprattutto contro gli scaligeri. La squadra ha cercato il palleggio, anche se è mancato sempre un pizzico di coraggio. Non faccio distinzione tra primo tempo e ripresa perché da questa squadra mi aspetto cose diverse. Sembra che il Napoli non abbia più consapevolezza, un Napoli intimorito che non prova più le giocate. La sensazione è che sia un po’ in confusione. Una squadra molto frenata mentalmente e che spesso sembra avere bisogno di una scossa. Qualcosa va cambiato, e in maniera sostanziosa.
Napoli in ripresa dal punto di vista atletico? Meno lento, anche se non può bastare. Se ci può essere un fattore positivo, in un periodo in cui le cose non funzionano, mi sento di dire sia questo. Il giro palla è stato più veloce rispetto al solito, anche se è necessario lo spunto del singolo. È una condizione atletica che sta migliorando.
L’arrivo di Mazzocchi ha influito sulle prestazioni di Kvaratskhelia? Forse, Kvaratskhelia si sente un pochino più sicuro, di fare la giocata e di non fare una corsa all’indietro. Lo scorso anno, gli automatismi funzionavano in modo diverso. In questa stagione, però, in cui anche Kvara ha bisogno di ritrovare fiducia, la presenza di Mazzocchi può essere un fattore positivo. La scelta dell’ex Salernitana può consentire al georgiano di essere più libero di inventare. Tuttavia, non può essere soltanto questa la soluzione.
Chi tra i difensori del Napoli commette l’errore più grave sul goal del Genoa? C’è un concorso di colpe. La cosa che mi viene in mente, principalmente, è la passività generale del Napoli, sia in mezzo al campo che in area. Mi viene in mente la poca reattività di Natan, che si vede sfilare via il pallone. Da giocatore di una grande squadra come il Napoli devi capire dove va a finire il pallone.
Se mi ero accorto che Anguissa e Rrahmani non erano sotto la curva a prendersi i fischi? Sono momenti concitati anche per noi e non me ne sono reso conto. Tuttavia, sono stati fischi sonori. Dalla regia mi chiedevano se i fischi fossero davvero forti ed ho confermato che la gente non era soddisfatta di quel pareggio.
Mazzarri ha il gruppo tra le mani? La vera domanda è se l’abbia mai avuto in mano. Vedendo le prestazioni, al di là di Bergamo, non ho mai visto una squadra che seguisse al cento per cento il proprio allenatore. Anche nelle vittorie sofferte, credo si tratti di caparbietà ma non di qualcosa di preparato. Ci si chiede, dunque, se Mazzarri sia mai riuscito ad entrare nella testa de propri calciatori. Credo che sia proprio su questo che stia ragionando De Laurentiis in questi minuti. Non va dimenticato che la panchina del Napoli è cresciuta molto con il mercato di gennaio, con Ngonge che si sta disimpegnando al meglio e Traorè che può essere una risorsa.
Dunque è giusto che De Laurentiis si guardi intorno? Credo di sì. Mazzarri poteva essere il normalizzatore dopo le incomprensioni con Garcia. Avrebbe potuto fare da collante tra ambiente, squadra e società, portando la squadra a rendere al meglio. Evidentemente, però, le cose non stanno andando in quella direzione. Il Napoli, a volte, non mi sembra una squadra, affidandosi principalmente ai singoli. Proprio contro il Genoa, mi sembrava che gli azzurri affidassero esclusivamente a Kvara la responsabilità di inventare qualcosa”