Lo esonera o non lo esonera? È l’ultimo tormentone napoletano
“Il calcio regala singolari situazioni emotive. Improvvisamente, dopo essere stato del tutto immotivatamente accolto come salvatore della patria, Walter Mazzarri sembra essere l’unico responsabile dello sfacelo del Napoli. Come se non parlassimo di un allenatore che nel decennio lontano da Castel Volturno ha percorso un piano inclinato che lo stava portando ad allenare in Egitto. Perché mai l’aria del Vesuvio avrebbe dovuto rigenerarlo? È tornato a lavorare con De Laurentiis con una trovata tipica da commedia degli equivoci cara al presidente: la promessa – esibita proprio in un’intervista al Corriere dello Sport-Stadio – di aver studiato ed essersi convertito al 4-3-3.
Tutto si può dire di questa crisi prolungata del Napoli tranne che non fosse prevedibile. È solo la logica conseguenze di una serie di scelte che in nove mesi hanno
Detto questo, per quanto sia stata balorda la scelta di riportare Walter a Napoli, al tecnico toscano va concesso qualche alibi. Non ha avuto Osimhen per cinquanta giorni. Il nigeriano ha impiegato una settimana per prendere un aereo e al suo rientro non era neanche in grado di giocare. Si è ritrovato senza Zielinski tagliato dal club dalla lista Champions per ragioni extra calcistiche. Kvara guadagna un ottavo di Osimhen. E potremmo continuare. La confusione e quel senso di precarietà e improvvisazione che si avvertono in campo, ci sembrano lo specchio di una condizione più generale. Di un club che ha smarrito la rotta. E che fin qui non ha ancora preso una sola decisione che facesse pensare a un ravvedimento.
Per ora il presidente può solo sperare che il rientro di Osimhen e il fascino della Champions producano la serata perfetta che la città aspetta dall’inizio della stagione. Il Godot del Napoli. L’occasione sarebbe anche ghiotta. Il Barcellona non è la squadra irresistibile che fu, pur essendo terzo in Liga con tre punti in più dell’Atletico Madrid. Battere ed eliminare il Barça porterebbe il Napoli ai quarti di Champions e terrebbe aperte le porte del Mondiale per club: la degna conclusione di un decennio vissuto ai vertici del calcio italiano. E che il Napoli rischia di perdere non per colpa di Spalletti e dell’eliminazione dello scorso anno col Milan, come sostenuto da De Laurentiis. Ma perché si è improvvisamente ritrovato con la controfigura dell’uomo che l’aveva preso dalla Serie C e lo ha portato allo scudetto. Nel bene e nel male, è lui il fuoriclasse del Napoli. Se non si riprende lui, nulla tornerà come prima”.
Fonte: CdS