L’attaccante del Napoli, Victor Osimhen è finalmente sbarcato a Capodichino, ieri, ma il suo ritorno era previsto per il giorno prima, e le vicende che si sono succedute hanno dell’incredibile, come racconta il Corriere dello Sport. “Più Omero che Joyce, per la struttura narrativa. Quasi un moderno Ulisse del calcio con la maglia numero 9, alla luce della giornata surreale vissuta tra aeroplani presi e coincidenze smarrite, in quella che alla fine è diventata un specie di odissea galleggiante tra i cieli di Lagos, Istanbul e Napoli. Nigeria, Turchia e Capodichino: dalla notte di mercoledì alle 18 di ieri, l’orario in cui l’aereo decollato dal Bosforo due ore prima ha toccato terra e Victor Osimhen, shorts e felpone con cappuccio da viaggiatore vero, ha potuto girare l’ultima scena tra i terminal di due continenti e finalmente infilarsi in un taxi per raggiungere casa. Un mucchio di tempo dopo il piano messo a punto dal club il giorno prima: Osi era annunciato alle 8 di ieri, o giù di lì, ma poi il volo da Lagos è arrivato a Istanbul con un ritardo tale da fargli perdere la coincidenza delle 6. Alla fine, quindi, non ha potuto né riposare e tantomeno passare dal centro sportivo di Castel Volturno, tappa non prevista ma neanche eclusa, per una prima valutazione dello staff medico e dello staff tecnico in vista della partita di domani contro il Genoa. Mazzarri, comunque, era già pronto ad accoglierlo oggi, vigilia immediata, ma la società ha comunque pensato che una prima occhiata fosse doverosa, dopo 50 giorni trascorsi tra la Nigeria e la Costa d’Avorio, dove con la nazionale – dalla fase a gironi alla finale persa con i padroni di casa – ha collezionato 7 partite, 648 minuti, un bel po’ di calcioni (come sempre) e alla vigilia della semifinale anche una gastroenterite che, però, non gli ha impedito di giocare. La sua convocazione sarà decisa oggi, ovviamente, ma può partire dalla panchina. Poi, mercoledì, il ritorno da leader al centro del tridente con il Barça negli ottavi di Champions. Itaca”.