Antonio Giordano sul corrSport:
“Chiedete e vi sarà detto: la verità, tutta la verità, nient’altro che la verità? In un mezzogiorno (saranno le 11.30, ma chissenefrega!) che s’annuncia di fuoco, nel Vangelo secondo Aurelio si cercherà per trovare e si busserà per farsi aprire: e in questa celebrazione laica, attesa da Napoli forse più del messaggio di San Silvestro alla Nazione, il presidente svelerà se stesso, i segreti vizi e le pubbliche virtù, e questa conversione mistica che ha fatto di lui il manager uno e trino pronto a confessare i propri umanissimi “peccati” che hanno rivoltato lo scudetto sottosopra e l’hanno trasformato, in un battito di ciglia, a cimelio della memoria.
Mentre il Mondo s’interroga sugli effetti del cambiamento climatico, e mica soltanto su quello, Napoli si scioglie emotivamente dinnanzi alla prospettiva di un “one man show” che manco quell’autentico fenomeno di Fiorello, perché De Laurentiis – piaccia o meno – non delude mai: è pirotecnico, fantasioso, ironico, ahilui anche dialetticamente eccessivo (e questo è un eufemismo), calcisticamente “blasfemo” sino a saccheggiare il Devoto Oli per aggrapparsi ad un verbo – sperimentare – che l’aiuti a nascondere la più limpida menzogna del secolo in corso.
Alzi un dito chi non vorrebbe porgli la più insidiosa delle domande, o magari la più banale, la più provocante, la più fastidiosa, la più cazzuta direbbe lui, sfiorandosi
E adesso, più che della legge-Melandri e del sistematico affondo sulla Lega (quella di serie A), Napoli non s’aspetta un dejà vu o retrospettive coreografiche sul pianeta-calcio, ma semplicemente risposte attendibili e credibili che non inducano a resettare ciò ch’è stato appena a giugno scorso ma ad immaginarsi una vita sempre stuzzicante, avvincente, emozionante, consapevole che non sempre sia possibile inventarsi capolavori dell’anima.
C’è un senso di smarrimento in questa Napoli che (incredula) ha assistito allo sgretolamento di un’Idea ch’è esistita, è catalogabile nel De Laurentiis-1, quell’imprenditore che attraverso le intuizioni delegava per competenza agli staff tecnici allestiti servendosi del proprio istinto. Ma c’è poi anche un pizzico di preoccupazione, riannusando l’aria di quest’ultimo periodo in cui è evaporata così velocemente e malinconicamente persino la magia dello scudetto: perché è vero, Napoli sospetta di sapere quale sia stato il padre di quasi tutti gli errori e magari aspetta di conoscere le ragioni, ma poi scavalca quest’atmosfera molesta, quasi tossica, e si chiede pure quale sia il futuro. Però al di là d’un talk show iperbolico. Insomma: la Messa è finita?”
Fonte: CdS