L’ha ribaltata Mazzarri con i cambi e a subentrare sono stati i “nuovi”. La panchina lunga diventa supporto e permette cambi di modulo e strategie, proprio come accaduto contro il Verona. In merito al match contro gli scaligeri e alle scelte del tecnico La Gazzetta dello Sport scrive: “Mazzarri aveva cominciato a vedere sul serio le streghe dopo il vantaggio di Coppola: aveva appena risistemato il suo Napoli, disegnandolo col 4-2-3-1 per provare a sfondare il muro veronese. Con Mazzocchi terzino, Lindstrom trequartista e Ngonge esterno destro del tridente dietro la punta. Preso lo schiaffo (anche per un errore in marcatura, visto che Mazzocchi si è trovato a sfidare nel gioco aereo il più alto degli avversari), Walter ha invertito le posizioni di Lindstrom e Kvaratskhelia, trovando la chiave per il successo. I nuovi hanno confezionato entrambe le reti, anche se non sono poi finiti nel tabellino dei marcatori. Ma nel gol del pari sono stati tutti e tre fondamentali: l’intuizione di Mazzocchi, che ha trovato il corridoio giusto per Lindstrom; la qualità del danese, finalmente decisivo con il dribbling a rientrare e l’assist rasoterra; e poi la cattiveria agonista di Ngonge, arrivato come un fulmine su quel pallone, con la fame di chi – sfruttando quel cross – voleva dare una sterzata anche alla sua carriera. Niente gol dell’ex, per le statistiche sarà sempre autore di Dawidowicz: ma il boato del Maradona era per Ngonge e gli eroi di quella giocata, che forse ha cambiato la stagione del Napoli. Mazzocchi, poi, è andato in pressione alta a rubare palla, prima di assistere Kvara per la prodezza da tre punti.”