Al Maradona sembra tornata, a distanza di undici anni, la Zona Mazzarri. Dopo il successo in extremis contro la Salernitana, anche contro il battagliero Verona dell’ex Baroni è giunta una vittoria preziosissima nei minuti finali, dopo che gli azzurri erano addirittura passati in svantaggio al 72’.
L’affermazione contro gli scaligeri serve anzitutto a spegnere i malumori degli ultimi giorni culminati nella roboante conferenza stampa del presidente De Laurentiis alla vigilia. L’approccio iniziale del Napoli è positivo: gli azzurri – che ritrovano dal primo minuto Kvaratskhelia, Cajuste, Simeone e Anguissa di rientro dalla Coppa d’Africa – tengono bene il campo e schiacciano gli avversari nella loro area. Proprio Kvara va vicinissimo al gol in due occasioni: Montipò prima deve salvare in tuffo, poi è costretto a bloccare il pallone appena sulla riga. La squadra di Mazzarri è padrona dei ritmi ma non sfonda e il primo tempo si trascina via senza ulteriori sussulti. Il Verona riesce a difendersi con ordine tentando qualche effimera sortita offensiva.
Ad inizio ripresa ci si aspetta un Napoli arrembante, ma a salire in cattedra è proprio il Verona che va vicino al vantaggio con Coppola e Lazovic. Azzurri in difficoltà col passare dei minuti e ad approfittarne sono proprio i gialloblu: punizione di Suslov dai quaranta metri dove lo stesso Coppola si fa trovare pronto e supera Gollini.
Ci sarebbero ora tutti i presupposti per assistere al remake di un film rivisto troppe volte nelle ultime settimane, quello di una squadra incapace di reagire finendo sistematicamente nella morsa dell’avversario di turno. Ma basta un guizzo, una giocata, e tutto ritorna sui binari giusti: come quando Lindstrom – entrato ottimamente in campo a gara in corso – s’invola verso l’area e serve Ngonge (atteso ex di giornata) che batte Montipò grazie alla deviazione decisiva di Dawidowicz. A ribaltare il tutto ci pensa Kvaratskhelia: il georgiano raccoglie un assist di Mazzocchi – anche lui subentrato – e trafigge ancora il numero uno gialloblu con una magia delle sue facendo esplodere il pubblico azzurro.
La rimonta nel finale fa respirare il Napoli, ora a quota 35. Ma, ça va sans dire, non risolve pienamente le incognite fin qui emerse: per raggiungere l’obiettivo del quarto posto, servirà soffrire fino alla fine.
Riccardo Cerino
E’ tornata la Zona-Mazzarri, ma per la Champions ci sarà da soffrire
Al Maradona sembra tornata, a distanza di undici anni, la Zona Mazzarri. Dopo il successo in extremis contro la Salernitana, anche contro il battagliero Verona dell’ex Baroni è giunta una vittoria preziosissima nei minuti finali, dopo che gli azzurri erano addirittura passati in svantaggio al 72’.
L’affermazione contro gli scaligeri serve anzitutto a spegnere i malumori degli ultimi giorni culminati nella roboante conferenza stampa del presidente De Laurentiis alla vigilia. L’approccio iniziale del Napoli è positivo: gli azzurri – che ritrovano dal primo minuto Kvaratskhelia, Cajuste, Simeone e Anguissa di rientro dalla Coppa d’Africa – tengono bene il campo e schiacciano gli avversari nella loro area. Proprio Kvara va vicinissimo al gol in due occasioni: Montipò prima deve salvare in tuffo, poi è costretto a bloccare il pallone appena sulla riga. La squadra di Mazzarri è padrona dei ritmi ma non sfonda e il primo tempo si trascina via senza ulteriori sussulti. Il Verona riesce a difendersi con ordine tentando qualche effimera sortita offensiva.
Ad inizio ripresa ci si aspetta un Napoli arrembante, ma a salire in cattedra è proprio il Verona che va vicino al vantaggio con Coppola e Lazovic. Azzurri in difficoltà col passare dei minuti e ad approfittarne sono proprio i gialloblu: punizione di Suslov dai quaranta metri dove lo stesso Coppola si fa trovare pronto e supera Gollini.
Ci sarebbero ora tutti i presupposti per assistere al remake di un film rivisto troppe volte nelle ultime settimane, quello di una squadra incapace di reagire finendo sistematicamente nella morsa dell’avversario di turno. Ma basta un guizzo, una giocata, e tutto ritorna sui binari giusti: come quando Lindstrom – entrato ottimamente in campo a gara in corso – s’invola verso l’area e serve Ngonge (atteso ex di giornata) che batte Montipò grazie alla deviazione decisiva di Dawidowicz. A ribaltare il tutto ci pensa Kvaratskhelia: il georgiano raccoglie un assist di Mazzocchi – anche lui subentrato – e trafigge ancora il numero uno gialloblu con una magia delle sue facendo esplodere il pubblico azzurro.
La rimonta nel finale fa respirare il Napoli, ora a quota 35. Ma, ça va sans dire, non risolve pienamente le incognite fin qui emerse: per raggiungere l’obiettivo del quarto posto, servirà soffrire fino alla fine.
Riccardo Cerino