L’edizione odierna de La Gazzetta dello Sport fa il punto sulla prossima Champions League:
Il quarto posto non darà forse la felicità ma cambia sicuramente la vita (delle squadre). Chiedetelo a chi resta fuori dalla Champions. L’Europa League è bella, la Conference può dare le gioie di uno scudetto, vedi la Roma due anni fa, ma la Champions è un’altra storia. Inter, Juve e Milan non dovrebbero fallire l’obiettivo. Ci sono poi sette pretendenti per il quarto posto: Fiorentina, Atalanta, Lazio, Bologna, Roma, Napoli, Torino. E diversi miliardi di motivi per lottare fino all’ultimo.
1. “Miliardi di motivi”: nel senso che con la Champions a 36 club i premi cambiano?
Esatto. La musichetta della coppa spalanca già il portale di un mondo riservato a pochi eletti: 32 club fino a oggi, 36 dalla prossima stagione. Non è giusto dire che se non sei in Champions non esisti, ma è questo il palcoscenico che fa tendenza, anticipa le novità tecnico-tattiche, assegna i premi e, non ultimo, cambia i bilanci. La semplice partecipazione al torneo può valere una cinquantina di milioni anche se perdi tutte le partite del gruppo. Con la riforma delle coppe tutto aumenterà.
2. Non si fermerà mai questa continua corsa al rialzo?
Viviamo in un sistema economico nel quale è quasi obbligatorio aumentare i ricavi rispetto all’ultimo bilancio, altrimenti è “crisi”. Perché il calcio dovrebbe sfuggire a questa regola? La vecchia Coppa Campioni regalava… una bella coppa e basta. Con la Champions non sono cambiati soltanto nome e formula, ma è nato un nuovo premio: il denaro. Una crescita esponenziale. Nel 2006, senza andare troppo lontano, il montepremi globale delle coppe era 478 milioni. Nel 2012 abbiamo superato il miliardo. Il triennio in corso, 2021-24, vale in totale 3,5 miliardi.
3. Sono soldi che vanno tutti ai club? Oppure arricchiscono le casse dell’Uefa?
Questa è la favoletta raccontata da chi vuole destabilizzare il sistema, facendo credere agli ingenui che i soldi vanno a Nyon. I club sarebbero scappati già da vent’anni. La realtà è molto diversa. Nel ‘21-24, tra tv, sponsor etc le tre coppe fatturano 3,5 miliardi all’anno. Tolte spese e solidarietà, ai club vanno 2,7 miliardi così distribuiti: 2 alla Champions, 465 milioni all’Euroleague e 235 alla Conference. All’Uefa restano 190 milioni. ma è più comodo pensarla diversamente. Ora però c’è la nuova Champions.
4. Quanto aumentano fatturato e premi? Si diventa più ricchi?
Naturalmente. Il nuovo torneo, nato anche per respingere l’assalto della Superlega, prevede per il triennio 2024-27 un fatturato di 4,7 miliardi (+35% rispetto al ciclo precedente). Sono stime Uefa: ai 4,5 si è arrivati, si può essere ottimisti sull’aumento. Tolta la solidarietà (800 milioni) e l’Uefa (200), ne restano 3,7 così divisi: 2,7 miliardi alla Champions, 630 milioni all’Europa League e 315 alla Conference. Andiamo in Champions: quattro club e 700 milioni in più. I premi aumenteranno. Cambia anche la distribuzione.
5. Chi ci guadagna dalla nuova distribuzione?
In teoria sarà premiato di più chi si qualifica (dal 25 al 27,5%) e chi fa risultati (dal 30 al 37,5%). Meno riconoscimenti per il passato (ranking storico) e i diritti tv (market pool): assieme valevano il 45%, ora scendono al 35%. Una buona notizia per l’Italia, che ha contratti tv più bassi degli altri campionati top, e per le “piccole” che non hanno storia nelle coppe. Un nuovo equilibrio distributivo per chi partecipa, naturalmente. Già oggi chi è fuori dalla Champions fatica sempre più a competere, figurarsi come sarebbe con una Superlega che punta a una quindicina di posti fissi…
6. Si può immaginare quanto vale qualificarsi per la Champions e magari vincerla?
No, il calcolo oggi sarebbe poco credibile perché l’Uefa non ha ancora deciso quanto vale un successo, un passaggio di turno, la finale. In teoria potrebbe esserci una crescita media del 30 per cento. Nel 2022 il Real campione ha incassato 133 milioni. Per il City il bottino 2023 dovrebbe superare i 140 milioni. Chi solleverà la coppa 2025 con i nuovi contratti potrebbe intascare 180 milioni… Non solo. Nel 2022-23 la Juve è stata eliminata subito, perdendo cinque partite su sei, ma è tornata a casa con 55 milioni. D’accordo, ci sarà meno ranking storico, ma il semplice ingresso in Champions potrebbe valere 60 milioni.
7. Qualificarsi o non qualificarsi alla Champions è il nuovo essere o non essere…
Sicuro. E c’è di più. La prospettiva di conquistare un quinto slot nella prossima Champions è concreta: le prime due nazioni del ranking stagionale avranno un posto supplementare, per ora l’Italia è al primo posto. Averne cinque in Champions rilancerebbe il movimento. Difficile, ma almeno proviamoci.