L’Inter ha battuto il Napoli con un gol di Lautaro al 91′, e portato a casa la Supercoppa, questa l’analisi de La Gazzetta dello Sport. “Non è l’Inter di venerdì, si vede subito. Per scelta e per i meriti del Napoli. Per scelta perché non si può ancora pressare a tutta per 90’, dopo 72 ore, ma anche perché Inzaghi non vuole esporsi esageratamente alle ripartenze di Mazzarri che ha disegnato un’intelligente copertura degli spazi. Il Napoli non commette l’errore di chiudersi e lasciare palleggiare l’Inter sul perimetro dell’area. Cerca di spezzare le linee di gioco più avanti, con una forma molto liquida. Tre difensori centrali, però l’impostazione è sempre a 4 con Mazzocchi, basso a sinistra. L’altro esterno, Zerbin, resta più alto e copre su Dimarco. Asimmetrici anche i mediani: più basso Lobotka, più alto Cajuste che aiuta le ripartenze. Dalla linea arretrata si alza anche Juan Jesus per collaborare in costruzione. Le punte aspettano l’onda buona, da cavalcare in ripartenza. Questo Napoli liquido, con pedine che si alzano e si abbassano, copre benissimo il campo e intercetta l’Inter senza invitarlo in casa. Da qui nasce un primo tempo equilibrato che l’Inter governa, ma non in modo plateale come venerdì, anche perché ci mette molti più errori tecnici e si sente l’assenza di Bastoni in appoggio”.