Napoli ha fame di sport: tanti progetti per riqualificare gli impianti sportivi della Campania

Molti progetti al vaglio, altri in corso e prossimi al completamento
«Napoli ha fame di sport». Vedere la piscina Scandone tirata a lucido, affidata alle cure della Federnuoto e delle Fiamme Oro, fa venire l’acquolina in bocca. E se Napoli ha fame di sport, come ha detto il sindaco Manfredi in occasione del varo del progetto Napoli Nuota, è anche vero che l’appetito vien mangiando e viene quasi naturale chiedersi come saranno sciolti gli altri nodi al pettine dell’impiantistica napoletana. La strada tracciata è quella di un accordo con la Federnuoto. Alla Fin la gestione di sei piscine; la Scandone è un cavallo di razza già in grado di partire a mille, Carlo Poerio e Marco Rocco di Torre Padula saranno rivitalizzate grazie a investimenti per quasi 1 milione di euro del bilancio comunale; altre tre (Prota Giurleo, Galante e Corso Secondigliano) rinasceranno entro il 2026 con 10 milioni di euro di lavori e saranno consegnati alla Fin. Sull’onda di quanto fatto con la Federnuoto sul tavolo c’è la discussione dell’accordo con Federginnastica e Federatletica per la gestione della palestra grande del PalaVesuvio. Il presidente della Fidal, Stefano Mei, è stato a Napoli sabato, quello della ginnastica, Gherardo Tecchi, nei mesi scorsi. Ora tutto è passato ai rispettivi uffici che stanno calcolando i costi di gestione. L’Amministrazione sarebbe ben lieta di una Scandone bis. Le Federazioni anche. Di mezzo ci sono i conti e gli accordi. «Ho visto Sinner a Torino, mi ha fatto invidia vedere il PalaAlpitour», ancora il sindaco Manfredi. Il Comune sta valutando due-tre project financing. Uno a Bagnoli, più difficile, e uno a Napoli est più fattibile. Bagnoli all’interno dell’area dell’ex Italsider dove potrebbe sorgere anche il centro tecnico della Federtennis. Il Comune propenderebbe verso l’area est. La prima cosa è individuare terreni di proprietà comunale, quindi non soggetti a contenzioso né a bonifica. L’area che sarebbe stata individuata è quella tra via Gianturco ed il rione Luzzatti, facilmente raggiungibile con auto e metropolitana. Si tratta di un’ipotesi al vaglio che però necessita di revisione urbanistica. La strada tracciata porta alla primavera-estate dove apriranno le due palestre coperte di via Ribera, la pista e la piscina (i corsi da settembre). Poi, da quando saranno sbloccati i fondi del Fesr si potrà partire con la seconda fase che prevede la costruzione di una tribuna, la ristrutturazione della seconda, la costruzione di dieci palestre coperte, il palazzetto e duecento posti auto. Costo previsto 40 milioni. Tempi per il 2026. Tra gli impianti costruiti dopo il terremoto il PalaStadera è una pattumiera a cielo aperto chiusa da cinque anni. La gara per l’aggiudicazione ventennale è andata deserta. Si pensa ad un nuovo bando. Poi c’è la palestra di via Canzanella, dove la Ginnastica 2000 ha creato un centro di eccellenza in Campania e non solo. Servono urgenti lavori strutturali. La speranza è che possa seguire la strada degli accordi con la Federginnastica visto il suo interesse sportivo strategico. Sul PalaDennerlein (Barra) l’Agenzia delle Universiadi (Arus) sta completando i lavori. Tra un mese si conosceranno le scadenze. Accanto il monumento allo spreco, la piscina: rimessa in sesto con i soldi delle Universiadi, lasciata priva di guardiania dal Comune a cavallo tra le due consiliature, completamente vandalizzata. Tutto da rifare. Saranno una trentina gli impianti di proprietà comunale che dipendono dal Patrimonio: dal Kodokan di piazza Carlo III alla palestra Maddaloni di Scampia, dall’Arci Scampia a campi e campetti di calcio. Si tratta di impianti concessi negli anni da questa o quella amministrazione per meriti sportivi. Impianti dove il Comune non riusciva a fare straordinaria manutenzione finita a carico delle società con la promessa di un dare-avere. Solo che lo Stato non lo permette e da un giorno all’altro, dopo l’intervento della Corte dei Conti, la maggior parte sono stati sfrattati in quanto morosi. Attualmente occupanti senza titolo. «Casi che vanno studiati uno per uno e per trovare una soluzione tecnica l’amministrazione sta approvando un regolamento che ponga dei paletti da applicare», dicono gli assessori competenti. Anche perché bisogna capire dove c’è sport e dove speculazione.
Fonte: G. Agata, Il Mattino
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