Ci sono (almeno) 236 motivi per starsene lì ad ascoltare Bobo Vieri. Oppure, volendo, ce ne sarebbero anche 478. Ci sono i suoi gol che bastano ed avanzano per adagiarsi ai bordi del campo dell’Al-Shabab; o altrimenti c’è quella sua conoscenza universale – l’Italia, la Spagna, la Francia e poi pure la Nazionale, eh, che riesce ad appagare la curiosità.
«E ci sono le finali che non hanno favoriti: perché questa Inter qua è bellissima, l’ha dimostrato anche con la Lazio, ma il Napoli ha vinto uno scudetto e ce lo siamo goduti. Certo, è andato via Spalletti, è un’altra cosa: ma io dico 50% a testa».
L’uomo che spostava (quasi) da solo le difese avversarie, adesso se ne sta inchiodato – lui che è una Legend della Lega di Serie A – dentro una comfort zone dialettica che gli appartiene solo sugli argomenti tecnici. «Perché guai sbilanciarsi su chi segna, si finisce che porta rogna. Ma posso dire che Thuram e Lautaro sono straordinari; che l’Inter diverte e Simone sta facendo un grande lavoro; che Kvara è fantastico e peccato non ci sia Osimhen, tra i più grandi del mondo. Può giocare ovunque, in Premier, in Francia…».
Uno come Vieri, ad un certo punto, dopo essere stato un attimo cauto, sulla vicenda-Maignan sente di dover dire tutto: «Se stiamo qui a discuterne non ne usciamo. Bisognerebbe parlarne per delle ore… Però, però non è accettabile, non è accettabile».
L’uomo che ha incantato la Milano nerazzurra e quella rossonera, la Roma laziale, Bergamo, e la Torino bianconera e in piccolo quella granata, e poi Firenze (ma anche Pisa, Ravenna e Venezia, la Madrid dell’Atletico e per un attimo Monaco) sa pure fare l’ambasciatore: «È importante essere qui, promuovere il nostro calcio. Sarà una bella giornata. Ma non vi dico chi segna…».
Fonte: CdS