Valerio Zerbin parla del fratello Alessio: “Quando ha fatto il primo gol è stato un mix emozioni forti per tutti noi, poi pensavo che mamma svenisse…”

Zerbin, asso dalla provincia: dai campetti dell'oratorio al Napoli

Dal campetto dell’oratorio di Santa Rita a Novara al Al-Awwal Park Stadium di Riad. Il “piccolo Lord” Alessio Zerbin ne ha fatta di strada prima di trasformarsi nel match winner che ha steso la Fiorentina con una doppietta, ipotecando il pass per la finale di Supercoppa lunedì sera in Arabia Saudita. Il tutto nonostante la giovane età (appena 24 anni) che promette una carriera ricca di soddisfazioni. E di gol. Alessio da piccolo era tifoso dell’Inter, ma stravedeva per Kakà, salvo poi “eleggere” Lorenzo Insigne come suo punto di riferimento. Il calcio e non solo nella vita dell’attaccante azzurro (convocato dall’allora ct Mancini anche in Nazionale per la Nations League: esordio contro l’Ungheria prendendo il posto di Raspadori) che appena può prepara le valigie per viaggiare, soprattutto in località balneari. Alessio ama il basket, non perde una partita di Nba in tv e quando può fa un salto al PalaBarbuto per vedere all’opera la Gevi Napol), è un fan sfegatato dei Golden State Warriors ed il suo idolo è Stephen Curry.

L’attaccante del Napoli è un ragazzo tenace: a dispetto delle apparenze ha un carattere forte, capace di fargli ingoiare anche tanti bocconi amari agli albori della sua carriera da calciatore. Un po’ come quando veniva preso e poi scartato prima dall’Inter e poi dal Novara – squadra della sua città natale – per via del suo fisico ancora mingherlino. Alessio non si è mai abbattuto: ha messo su peso, centimetri ed affinato la sua tecnica. Il tutto con la benedizione di mamma e papà – Paolo e Paola – con la pazienza dei nonni (nonno Mario ha macinato chilometri per accompagnarlo da Novara ad Appiano Gentile all’Academy nerazzurra) e la simpatica concorrenza del fratello più piccolo Valerio, con cui ha festeggiato in primavera lo scudetto a Napoli.

«Io e mamma abbiamo visto la partita insieme giovedì – racconta il ventenne Valerio che da poco ha appeso gli scarpini al chiodo – e quando Alessio ha fatto il primo gol è stato un mix emozioni forti per tutti noi. Prima la gioia e un attimo dopo il terrore e lo spavento per il colpo alla testa. Onestamente pensavo che mamma svenisse. Per fortuna quando si è ripreso lo ha fatto talmente bene da non darci il tempo di dire nulla che già aveva fatto il secondo gol. Siamo rimasti senza parole. Poi sono partite le telefonate a raffica. Alessio ha chiamato la mamma ieri mattina: era emozionato e contentissimo, un po’ meno per il bernoccolo, ma va bene così».

Il papà Paolo, invece, ha visto la partita da Parma dove lavora e risiede durante la settimana. «Lui si è commosso più di tuttiancora Valerio Mamma e papà hanno sempre fatto il possibile per portare avanti le nostre passioni e lo fanno ancora oggi. I primi hobby di Alessio? La collezione di figurine Panini. Dovremmo avere ancora gli album in soffitta: quasi tutti completati». Già da tempo c’è anche la foto di Zerbin in quegli album. «Se avessi avuto la sua voglia e la sua determinazione – prova a scherzare il fratello – magari sarei diventato più forte di lui». I due fratelli da bambini giocavano ore e ore nel giardino di casa con una porta in legno costruita per l’occasione da nonno Mario. Quella porta è stata la prima “meta” di Alessio.

Da allora i gol sono stati tanti, così come pure le delusioni. Zerbin però non si è mai perso d’animo e dopo la bocciatura con il Novara è ripartito dalla prima categoria (il Suno) per poi passare al Gozzano in Serie D, prima di finire nei radar del Napoli, passando per Viterbo, Cesena, Vercelli e Frosinone (dove tornerà in prestito dopo la finale di Riad). «Giuntoli – racconta il ds Alex Casella che lo portò al Gozzano – fece un vero e proprio blitz, anticipando la Juve. Cristiano mi chiese di portare giù Alessio insieme a tutta la famiglia. Detto, fatto». Il resto è storia. Una storia nata sui campi di periferia, in quarta serie. «Alessio è il più giovane marcatore della storia del Gozzano in D – racconta il presidente del club piemontese, Fabrizio Leonardi, che lo ha avuto a battesimo ancora minorenne – Alla prima partita da titolare mise a segno una tripletta contro il Ligorna. Rimase con noi ancora per poco prima di passare al Napoli, ma spesso fu decisivo come in una vittoria con la Pro Sesto. Tutti noi lo ricordiamo con affetto e siamo orgogliosi del suo cammino».

 

Fonte Il Mattino

 

Foto Sprint e Sport

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