La Gazzetta dello Sport propone una luna analisi sul momento del Napoli e i cambiamenti che adotterà Walter Mazzarri:
A volte ritornano. Non solo i protagonisti, ma anche certi automatismi che sembravano scolpiti nel tempo e che per anni hanno esaltato i tifosi. È tornato il Napoli di Mazzarri, quello vero: quello che lotta, suda, si aiuta, si compatta e si riversa a cento all’ora nella metà campo avversaria. Napoli-Fiorentina è stato un dolce deja-vù per tanti tifosi del Napoli: addio possesso palla e riaggressione alta tanto cari a Spalletti, gli azzurri sono tornati a pensare a difendersi compatti e a ripartire, come nelle prime esaltanti notti di Champions di dieci anni fa.
Nel gol del vantaggio si è rivisto un vecchio schema mazzarriano, tanto che si potrebbero sostituire i protagonisti con quelli del 2012: Kvara ha fatto il Lavezzi, ripulendo una palla che sembrava persa in fascia; Juan Jesus si è trasformato in Campagnaro, con percussione centrale a tagliare in due la mediana avversaria; e poi ecco il movimento alla Cavani di Simeone, ad attaccare la profondità alle spalle dei difensori e a battere a rete. Quindici secondi che hanno riportato indietro nel tempo i tifosi. Quindici secondi che possono segnare la svolta della stagione del Napoli.
Ritorno al passato Eccolo qui il nuovo vecchio Napoli di Mazzarri, con la difesa a tre (o a cinque, fate voi) e la voglia di soffrire tutti insieme. E se togliamo l’occasione del rigore fallito da Ikonè, la Fiorentina dalle parti di Gollini non c’è praticamente mai arrivata. Il Napoli ha dovuto scegliere il modo più veloce per tirarsi su e ritrovare fiducia in chiave quarto posto. E ha scelto la strada che meglio conosce il suo allenatore. Mazzarri ha ridato anima e spirito a un gruppo depresso: sarà stato il ritiro? Forse. Di sicuro la possibilità di lavorare settimanalmente sul campo ha dato uno scossone per la condizione perduta. Il Napoli ha capito che bisognava cambiare e allora ha scelto di dire addio – per il momento – all’estetica, sostituendola con la praticità. E ha ritrovato la capacità tutta italiana di difendersi senza concedere, per cercare il ribaltamento vincente.
Le tre chiavi Mazzarri ha compiuto la sua rivoluzione: un ritorno al passato con sprazzi di modernità che ha sorpreso Italiano e la Fiorentina, regalando a Napoli un’altra serata da vivere col fiato in gola e un’altra chance di alzare un trofeo. E sono tre le chiavi principali: prima di tutto c’è la ritrovata forma fisica. Il brutto ko di Torino era stato spiegato proprio con un eccesso di lavoro fisico durante la pausa, che ha reso troppo cariche le gambe degli azzurri alla prima del 2024.
Ma adesso il Napoli corre per tutta la gara. Così è arrivata la vittoria con la Salernitana (al 96’), così si è ricompattata la difesa, seconda chiave vincente del nuovo corso Mazzarri. E poi si è ritrovato lo spirito di squadra, di ragazzi che pensano al gruppo prima che alla gioia personale, delle stelle come Kvara che sgobbano come i gregari. Eccolo il miracolo di Mazzarri, nonostante l’emergenza.
Arrivi Un’emergenza che sta per finire, quantomeno a livello numerico. Nelle ultime ore il Napoli ha accolto nel suo quartier generale di Riad anche i due ultimi acquisti, Hamed Traorè e Cyril Ngonge, arrivati in Arabia Saudita nella serata di ieri. Se l’ex Sassuolo e Bournemouth potrebbe finire semplicemente in panchina nella finale contro l’Inter di lunedì, l’arrivo dell’ex Verona è ancora più strategico in chiave Supercoppa.
Ngonge, uomo chiave per la salvezza dell’Hellas dello scorso anno, potrebbe già debuttare a Raid e si candida anche per una maglia da titolare per domenica prossima nella sfida contro la Lazio, quando alla ripresa del campionato Mazzarri dovrà fare a meno di Kvaratskhelia, squalificato. Insomma, Napoli comincia a vedere la luce in fondo al tunnel. Il campo dirà se il quarto posto sarà la stella polare.