La Gazzetta dello Sport commenta la vittoria del Napoli nel derby contro la Salernitana:
Il 13 gennaio 2023 il Napoli sublimava il campionato delle meraviglie con la storica cinquina alla Juve. Ieri, esattamente un anno dopo, i campioni d’Italia hanno battuto a fatica la Salernitana raggiungendo tre piccoli obiettivi: vincere una partita di A dopo due sconfitte e un pareggio, restare agganciati al treno per la Champions e preparare i bagagli per l’Arabia Saudita con un sorriso. Ma in Supercoppa e al ritorno in Italia quanto fatto ieri non sarà sufficiente. Il Napoli ha vinto quasi per caso: un rigore dei tempi moderni (copyright Mourinho) nel recupero del primo tempo e un gol fortuito nel recupero del secondo, pochi istanti dopo una grande occasione creata e sprecata da Kvaratskhelia. Il resto della gara è stata una dimostrazione di enorme confusione e di difficoltà a costruire.
Contro una squadra qualitativamente migliore della Salernitana, ieri il Napoli avrebbe seriamente rischiato di perdere. Il finale orgoglioso e la rete decisiva di Rrahmani non devono falsare il giudizio di una partita giocata male e soprattutto senza il necessario furore agonistico. Il Napoli è spento e le assenze di Osimhen, Anguissa e Zielinski non possono essere un alibi in casa contro l’ultima in classifica. La formazione di Mazzarri ha approcciato male la gara e nel primo tempo, fino al recupero, ha centrato una sola volta la porta di Ochoa.
La Salernitana ha limiti tecnici enormi, sottolineati dai punti conquistati finora, ma dal punto di vista tattico è apparsa organizzata e con le idee chiare. Inzaghi e Mazzarri sono entrambi subentrati, ma non c’è paragone sul lavoro svolto finora: Pippo ha dato un’identità a una formazione sfilacciata, che ha un grave deficit qualitativo ma contro qualunque avversario sa cosa fare e mostra l’atteggiamento giusto; Walter non è riuscito finora a restituire incisività alla manovra e nemmeno a rispolverare una buona solidità difensiva.
Mazzarri ha inserito Raspadori alle spalle di Simeone passando al 4-2-3-1, ma i ritmi sono rimasti bassi, gli errori tanti e le occasioni poche. Anzi, è stato bravissimo Gollini a deviare un cross di Tchaouna che stava per essere appoggiato da Simy in porta. E quando i tifosi, a lungo silenziosi, stavano preparando la contestazione, due riserve hanno riacceso la gara. Zerbin ha mandato Kvara davanti a Ochoa, bravissimo a respingere: era il 94’ e sembrava la fine della speranze del Napoli. Ma 2’ dopo Demme di testa ha rimesso una palla verso il centro dove Ikwuemesi ha bucato e Rrahmani ha girato in rete.
La Salernitana ha protestato vivacemente per il contrasto aereo tra Demme e Tchaouna (molto dubbio) e, in precedenza nell’altra area, per una prolungata trattenuta di Rrahmani che ha trascinato a terra Simy: in entrambi i casi Marinelli non è stato richiamato al monitor da Di Bello, a differenza di quanto accaduto in occasione del rigore.
La vittoria del Napoli assomiglia all’aspirina, il primo farmaco che prendi quando non ti senti bene. Poi devi iniziare la cura vera che debelli il virus, ma probabilmente Mazzarri (in attesa di qualche innesto) non ha capito quale sia la malattia. Per Inzaghi, invece, l’analisi è più semplice: il gruppo lo segue, ma ha bisogno urgente di interventi sul mercato altrimenti il suo lavoro non verrà gratificato dai punti. La Salernitana negli ultimi 15 minuti ha incassato 14 gol. Solo nel recupero ha lasciato due punti contro il Milan e uno contro la Juve e il Napoli.
I limiti tecnici e di personalità emergono inesorabilmente soprattutto nei minuti finali, quando la palla pesa di più. Ikwuemesi domenica scorsa ha perso il pallone che Danilo ha recapitato sulla testa di Vlahovic e ieri ha fatto passare la torre di Demme per Rrahmani. Non è un caso, non è sfortuna. Con qualche sostituto all’altezza, ieri Inzaghi avrebbe gestito lo sforzo finale del Napoli e invece ha dovuto arrendersi di nuovo. La salvezza è ancora possibile, ma la società deve intervenire subito.