Luciano Moggi, ex dirigente del Napoli, ha parlato ai microfoni di Radio Crc, alla trasmissione “Calcio Mania”.
“Credo che la crisi del Napoli sia cominciata quando i giocatori hanno iniziato a contestare l’allenatore Garcia rendendo pubbliche, durante le partite, delle cose successe. Evidentemente la società non ha tenuto in considerazione quello che poteva succedere e che è purtroppo successo. E’ stato mandato via Garcia perché non era gradito ai giocatori del Napoli. Probabilmente era meglio mandare via qualche giocatore che non gradiva l’allenatore. Poi è stato preso il povero Mazzarri che nella sostanza non ha commesso errori particolari se non accettare di essere un allenatore di passaggio. I giocatori lo considerano un allenatore di passaggio. Questo provoca la mancanza di voglia e conseguentemente viene a mancare quella caratteristica importante che è l’autostima, indispensabile per arrivare ai risultati.
Io mi sono trovato in una situazione del genere a Napoli nel 1988. C’era la squadra che contestava Ottavio Bianchi e il presidente Ferlaino voleva cacciare l’allenatore. Devo dire che a me Bianchi non era molto simpatico. Tuttavia, per il bene del Napoli, dissi che per me non andava cambiato l’allenatore ma andavano cacciati i quattro giocatori che avevano riferito cose poche simpatiche sul suo conto. Ferlaino in un primo momento contestò la mia posizione e voleva mandare via Bianchi. Poi, siccome è un uomo di sport e capì la situazione, mi diede retta. La squadra, come sappiamo tutti, poi si riprese tranquillamente e vinse in Italia e in Europa. I giocatori nuovi “bonificarono” lo spogliatoio che ritornò nella normalità; nessuno più contestava, tutti erano impegnati a dare il meglio di sè stessi per il bene del Napoli. Questo episodio credo sia attinente a quanto accaduto al Napoli quest’anno anche perché mi risulta che Garcia è stato mandato via perché non era gradito alla squadra.
In certi casi, il dirigente che decide dovrebbe essere un uomo di calcio che può, meglio di altri, capire che non è giusto dare alibi ai giocatori. La mancanza di risultati per i giocatori del Napoli derivava da Garcia. La sostanza è stata che ci si trovava di fronte a un rapporto non bello tra allenatore e squadra. La società ha dato retta ai calciatori cacciando via l’allenatore e ora si ritrova nei pasticci.
Al Napoli serve un dirigente che abbia un certo carisma e che si faccia capire dai calciatori; che prenda decisioni per il bene del Napoli senza avere paura di dire al proprio Presidente qualche “no”.
Mi dispiace per Meluso, che per me è una bravissima persona, ma in questo momento al Napoli servirebbe prendere un direttore con carisma che venga lasciato lavorare senza interferenze. C’è bisogno di ricreare l’autostima all’interno dello spogliatoio. Questa è una squadra che pensa altrove. Non servono innesti nuovi.
Un nome? Igli Tare. Ha lavorato con Lotito, si è imposto nella Lazio portando avanti il bilancio in attivo e raggiungendo risultati sempre importanti. Tare ne ha fatta di esperienza. Io non voglio indicare nessuno. Tare, però, è uno che non è voluto restare alla Lazio perché non andava d’accordo con l’allenatore ed è libero in questo momento. Petrachi? Tanto vale tenere Meluso.
Ci vuole un dirigente che abbia una consistenza carismatica particolare perché il Napoli non è una squadra qualsiasi. Il Napoli è un bene del calcio italiano. Questa piazza merita un dirigente con uno spessore necessario per portare avanti delle situazioni da solo”.