Mea culpa, mea culpa, mea maxima culpa: e battendosi (virtualmente) la mano al petto, Aurelio De Laurentiis lascia che il semestre orribile del 2023 resti là, una macchia su di sé che liberi chiunque altro da ogni calcistico reato.
«Tutto quello che è successo fino ad ora è soltanto colpa mia». Quando Napoli-Monza è finita e non c’è altro da fare che riconoscere d’essersi spinto oltre, d’aver fatto (esclusivamente, esageratamente) da sé, Aurelio De Laurentiis entra in campo, esce dagli equivoci, e si cosparge il capo di cenere: lo scudetto, un miracolo che gli appartiene, ha rappresentato l’estasi di un anno poi soffocato mestamente, e mentre scivolano i titoli di coda, sintetizzando gli errori con la matita rossa e pure con quella blu, Adl alza le mani, si arrende e prova a spargere un pizzico di serenità intorno al Napoli. «Devo chiedere scusa ai tifosi, sono l’unico responsabile della situazione che viviamo, della classifica che occupiamo».
REAZIONE. Eppure, il 2023 è la Storia, è un buco nero di 33 anni sparito quasi d’incanto, con quel fascio di luce alimentato con Spalletti, con Giuntoli, un “dream team” improvvisamente scomparso tra la macerie di decisioni sballate: «Io penso anche che il campionato sia lungo e noi ci muoveremo sul mercato». Sarà un San Silvestro – paradossale eppure vero – terribilmente triste, andrà ritrovata l’ispirazione e anche il Progetto, e accadranno cose, tante altre, che si sommeranno all’addio di Elmas, alle perplessità per gli acquisti estivi, alla vaghezza di questo autunno che tra Garcia e Mazzarri ha offerto perplessità. «Ci muoveremo sul mercato per cercare di recuperare». E ci sarà da investire, chi l’avrebbe mai detto?, smontano quell’orologio perfetto che ha scandito un calcio sublime, sino a giugno: partiranno i giovani (Zanoli, Gaetano e Zerbin), Simeone cercherà di capire quale sia il suo futuro (avendo mezza Europa che lo chiama) ma il Napoli avrà bisogno di un esterno basso di destra che stia alle spalle di Di Lorenzo, di un centrale che dia una mano a Rrahmani e consenta di aspettare Natan, poi di due centrocampisti, perché Anguissa sta per raggiungere Osimhen in Coppa d’Africa.
VI DIRO’. E comunque, nell’amarezza di un saluto veloce in sala stampa, De Laurentiis aggiunge un filo di mistero su ciò ch’è stato e su quel che sarà: «La verità ha varie pieghe e non voglio tediarvi con i racconti, ma quando torneremo dalla Supercoppa di Riyad allestiremo una conferenza stampa affinché possa spiegare come sia andata. Racconterò il mio punto di vista».
ARBITRI, BASTA. Napoli-Monza è ormai un dettaglio in questa stagione che è diventata straziante: distanza siderale dall’Inter, cinque punti dalla Champions (per ora) e un senso di smarrimento che si avverte ovunque, pure in campo, e che De Laurentiis sfiora, prima di abbandonarsi alla realtà, a decisioni arbitrali che l’hanno stordito: «Non voglio parlare di direzioni di gara sfavorevoli al Napoli, anche se è capitato a noi ma pure ad altre. Devo pregare Gravina e Rocchi di cercare di dare equità al calcio italiano, che come si sente dire sta diventando sempre più importante. È importante che gli arbitri dimostrino di saper distribuire i cartellini. E allora, caro Rocchi lei non può permettere a una persona perbene come Palladino o a un signore come Mazzarri che si mostri il cartellino rosso come se fosse una prova forza. Se invece di vedere calcio ci ritroviamo in una sfida di rugby, allora non ci siamo. Se c’è un problema atletico per gli arbitri, allora che si allenino di più».
Fonte: CdS