L’appello di Mazzarri ai tifosi: «Diciamo grazie in anticipo a tutto lo stadio per il sostegno, abbiamo bisogno del vostro aiuto»

In quell’«altra» vita – roba di dieci anni fa – brandendo l’orologio o semmai invocando gli dei, Walter Mazzarri avrebbe costruito un apparato difensivistico da tapparsi le orecchie: ma ora che non c’è più tempo, e non si può neppure negare né l’evidenza e men che meno l’emergenza, dinnanzi a quell’orizzonte cupo, evitando di stracciarsi la tuta, il WM 3.0 prende il destino e lo sbatte incontro al vento. «Lo sappiamo: è vietato sbagliare. E però noi avremo con noi uno stadio intero, al quale diciamo grazie in anticipo per il sostegno. Stiamo vivendo un momento difficile, abbiamo bisogno di aiuto, ma faremo una grande partita». Non c’è da vergognarsi, ammettendo le proprie fragilità – siano tecniche, tattiche, fisiche o caratteriali – e proprio quando sta per cominciare l’ennesima nottata lunghissima, quella che introduce dentro un nuovo esame, Mazzarri si volta intorno, dà uno sguardo ai «superstiti» e s’accorge che il Napoli da spedire all’assalto del Monza ha poco o niente della squadra che avrebbe voluto allenare: non ci saranno Politano e Osimhen, né Natan e Olivera, è già sparito Elmas, e di quel gioioso, irripetibile «dream team» dello scudetto rischia di rimanere per un bel po’ meno di niente. «Ma io ho ricevuto risposte che i risultati hanno nascosto: possesso palla, occasioni create. Non mi metto a ricordare le difficoltà del calendario, ne abbiamo già parlato, ma fortuna ce n’è toccata poca. L’impegno dei ragazzi non è mai mancato, semmai a me sarebbe servito avere la possibilità di qualche allenamento soprattutto sulla fase offensiva. Ma procediamo per quel che si può e pensiamo di giocarcela contro il Monza come sappiamo». 

 


CORAGGIO. E bisognerà inventarsi un Napoli nuovo, stavolta, perché Olivera ha bisogno di altro ancora e Osimhen sta già in Nigeria, prima di volare in Costa d’Avorio per la Coppa D’Africa, dove troverà poi pure Anguissa; e Lobotka ricorrerà, quasi sicuramente ad infiltrazioni; e Politano se ne starà in tribuna; e a Natan servirà un mese e mezzo, forse due. «Io sono venuto qua per dare una mano ai ragazzi, facendo loro ritrovare fiducia. Avremo il coraggio di giocare come piace a noi». E andranno rimosse quelle sensazioni malinconiche dell’Olimpico, senza ignorare le difficoltà d’una classifica che inquieta: e prima che si alzi il sipario e si entri nella fiera dei sogni, va scacciato l’incubo di quel settimo posto ed il terrore di doversene stare al martedì e al mercoledì dell’anno prossimo spaparanzati in poltrona, dinnanzi al televisore, con pop corn e Coca Cola in mano e un cuore sgonfio. «Il Monza fa soffrire, gioca bene, ha un allenatore bravo. A noi ne mancano tanti ma questa è una sfida importante. Arriva in un periodo particolare, nel quale – senza voler cercare scuse – ci mancano almeno un paio di punti, forse tre, che avremmo meritato. Ma bisogna guardare avanti e reagire».  

MURO DI GOMMA. E si può restar sospesi in questa terra di mezzo, tra il Monza e il mercato, però evitando le distrazioni che Mazzarri vuole adagiare nel retrobottega dei propri pensieri: il calcio, adesso, è in quest’ora e mezza che sa di Champions, d’umori da riafferrare, di emozioni morbide con le quali lasciarsi andare a Capodanno. «Bisognerà sfruttare il nostro calcio e renderlo funzionale al risultato: abbiamo dati soddisfacenti, ma siamo poco incisivi. Non avremo Osimhen e Politano, splendidi ragazzi, che scuso per quello che è successo a Roma, può capitare, anche perché prendono botte in continuazione. E quelle espulsioni dimostrano che il fuoco dentro ce l’abbiamo». Napoli arde.

 

Fonte: CdS

 

 

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