Roma, Napoli, Dimaro, Castel di Sangro, di nuovo Napoli, ancora Roma. Il viale del rinnovo è stato costruito con pazienza, strategie, colpi di scena, di teatro e anche di testa. Ma sempre nel segno di Victor Osimhen: da giugno a dicembre, Roberto Calenda e Aurelio De Laurentiis si sono incontrati almeno una decina di volte. Quelle ufficialmente scoperte, certo. E in mezzo telefonate, mail, messaggi e qualsiasi forma di comunicazione utile a raggiungere l’obiettivo. Firmato ieri. Una trattativa estenuante. «Beh, non so».
Allora lo trovi lei, Calenda, un aggettivo per definirla. «Storica. Sì, direi storica».
E anche molto articolata: una storia infinita. «Grande lavoro, grande soddisfazione. È il riconoscimento di quanto Osimhen ha fatto e fa in campo: è un giocatore straordinario».
Capocannoniere dello scudetto con 31 gol, Champions compresa. «Anche quest’anno, nonostante l’infortunio, sta segnando. A volte sembra tutto scontato e si dimentica che Victor ha trascinato il Napoli a vincere uno scudetto che mancava da 33 anni. Con i compagni ha costruito qualcosa d’incredibile».
A quanto ammonta la clausola? «Il contratto è riservato».
C’è un pensiero diffuso tra i tifosi: un rinnovo stile Cavani. Cioè: il timore è che Osi sarà ceduto a fine anno. «Victor sta bene a Napoli e vuole portarlo più in alto possibile. Lo ha sempre detto e dimostrato in campo. Abbiamo appena chiuso un rinnovo importantissimo nella storia del calcio italiano. Godiamocelo. E dimostra che certe narrazioni erano sbagliate».
Si spieghi. «Sentivo dire che avrei preferito non rinnovare per portarlo via subito. Il solito giochino della colpa del procuratore: non era vero. Io rappresento Victor e punto al meglio per lui, con lui: eravamo entrambi proiettati al rinnovo sin dall’estate».
Quanti viaggi ha fatto? «Ecco, appunto: le pare che se non avessimo voluto accordarci, sarei andato nei ritiri di Dimaro e Castel di Sangro più volte? Il lavoro era ben fatto, eravamo arenati su certi dettagli».
Cosa ricorda di questi mesi? «Tanto lavoro, ripeto. Ringrazio il Napoli e il presidente De Laurentiis: è stato un bel match sui contratti. E alla fine siamo tutti soddisfatti».
La storia di TikTok ha rischiato di rovinare tutto? «Ho sempre difeso Victor ma vorrei precisare una cosa che non mi è piaciuta: non ho mai accusato nessuno di razzismo, tantomeno Napoli. Città che amo. Quei video erano infelici, soprattutto in quel momento: Osi era triste per il rigore sbagliato a Bologna, non mi sembrava il momento di scherzarci sopra.
Cosa accadrà in estate? «Guardi, la scorsa estate sono arrivate tante offerte, anche monstre, ma De Laurentiis voleva tenere Victor e noi ci siamo messi a disposizione. Se ci fosse stata la voglia di andare via, lo avremmo detto. E invece abbiamo lavorato, e tanto, solo al rinnovo. E la prossima estate sarà uguale: parleremo con De Laurentiis e vedremo insieme cosa fare».
Fonte: CdS