Sarà un caso, e non lo è, ma tutto sembrava sparito il 27 settembre, anche la felicità: Napoli-Udinese, incredibile ma vero, diventa lo spartiacque dell’anima, e anche della stagione, rappresenta un’illusione, forse la speranza, ed invece è una trappola. 4-1, è un festival del gol, è la sagra degli attaccanti e dei trequartista, in teoria è la partita perfetta ma in pratica è il grande inganno, perché il trucco c’è e non si vede.
Dov’erano rimasti lo sapevano bene Kvaratskhelia e Osimhen, i gemelli diversi di una squadra che non può, né sa, fare a meno di loro: per un po’, due mesi e anzi di più – 80 giorni – a girellare intorno a se stessi, a provarci e semmai anche a riuscirci, però da soli. Mai assieme, come si conviene a chi viaggia in tandem.
È TUO. Osi più Kvara rendono semplici le cose complicate, quelle più difficili, allentano la tensione, rimettono il Napoli in carreggiata, in prossimità della zona-Champions, delimitata dal Bologna: è un passo, non sarà semplice percorrererlo, però ora che sono tornati, si sentono e si vedono, dunque si toccano, a Mazzarri può sembrare più semplice oppure possibile. Quando segna Osimhen, Kvara si nota da lontano, dà il via all’azione spingendo Mario Rui al cross; ma è quando esulta il georgiano, al termine del palleggio prolungato del nigeriano, che la coppia di fatto si fonde, di nuovo e come un tempo, nell’empatia che gli appartiene.
«È tuo, è tuo». È di Kvara, che con la rasoiata risistema il Napoli davanti al Cagliari, ma è anche di Osimhen, che si destreggia tra due avversari, controlla di petto, di coscia, di destro, di testa e poi si fionda su quel pallone apparentemente perduto per trovare il socio, che sta dall’altra parte.
Osimhen ne ha segnati complessivamente trentuno nella passata stagione; e Kvaratskhelia, che si è fermato a quattordici, per mettersi più o meno alla pari ci ha aggiunto diciassette assist: la premiata ditta ha inciso, eccome, nella quota-scudetto e, suo malgrado, pure in questo tormentato quadrimestre a tinte forti, attraversato confrontandosi – l’uno e l’altro – bruscamente con Garcia, poi finendo dentro a quel tritacarne che si chiama rinnovo, argomento rovinoso dal punto di vista ambientale, magari anche umorale, vai a capirla la psicologia spicciola. Però le espressioni insoddisfatte si sono avvertite e può darsi che sia stato solo una coincidenza quel calo di rendimento: boh!
CI SONO. Osimhen ne ha segnati otto (sette in campionato, uno in Champions), è stato più fuori che dentro (sei partite complessivamente saltate) è andato in bianco sei volte in serie A, tre in Europa: l’infortunio gli ha tolto qualcosa, forse parecchio. Kvara sta a cinque (tutti in campionato). Il Napoli ha segnato trentotto reti, dodici appartengono ad Osimhen ed a Kvara, come sempre, un terzo della produzione netta è di un’azienda che non fa sconti neanche a se stessa: la filiera del gol è ripartita.
Fonte: Corriere dello Sport