È Politano eppure pare Steve Jobs, perché quando pronuncia quella parola che pare dimenticata – scudetto – ha la faccia di chi è affamato e forse è anche un po’ folle. «Fin quando si può». Per la serie, non è finita sino al momento in cui non lo dice l’aritmetica o non lo decidano anche loro, Politano e poi soprattutto Kvara e Osimhen, cioè i geni. Questo Napoli lancerà se stesso oltre l’ostacolo.
E che sia il Cagliari oppure la Roma, la prossima, ci sarà da divertirsi. «All’Olimpico sarà uno scontro diretto per la Champions. Noi adesso dobbiamo pensare alla Coppa Italia, con il Frosinone. Però, lo scudetto lo portiamo sul petto: ragioniamo partita per partita, il campionato è lungo e noi per rispetto verso noi stessi ed i nostri tifosi proveremo a vincere sempre. Non sarà semplice, ma stiamo recuperando l’affetto della nostra gente».
NOI E OSI. Sono volati via sei mesi da quella festa che ancora il Napoli avverte nella pelle e il 2-1 sul Cagliari ha rimesso a posto certe storie. «Era fondamentale vincere, abbiamo sudato sino alla fine, perché loro ci hanno messo in difficoltà. E poi noi abbiamo Osimhen. Siamo contenti per lui e per i tre punti».
La notte di Osi e di Kvara è stata anche la notte di Politano, che a destra fa male: «Sono contento di quello che sto facendo ma qui conta la squadra. Vorrei segnare qualche gol in più ma va bene anche così. Mi appaga la continuità di rendimento».
GRAZIE WM. È stato un momentaccio interminabile, con tutto quello che il Napoli (non) ha vissuto: poi è arrivato il Braga, la qualificazione agli ottavi di finale di Champions, e a seguire il Cagliari, con un 2-1 che porta via le ombre e anche il malanimo sparito con Mazzarri. Il WM è il sistema che ha aiutato a ritrovare quella leggerezza evaporata troppo in fretta e che adesso Politano avverte, ripensando al 2-1 e ad una vittoria che abbatte anche in campionato il tabù del Maradona, durato tanto e anche più di quanto si sarebbe sospettato. «Piano piano stiamo rimontando. E dobbiamo insistere, cercare di mettere assieme un filotto. Mazzarri ci ha dato quell’entusiasmo che ci mancava, perché i risultati non arrivavano. Ma sappiamo che siamo ancora dicembre, ci aspettano gare difficili, non possiamo mollare e non vogliamo». Sono affamati ed anche un pochino folli.
Fonte: CdS