Ieri il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, è stato premiato a Venezia con ben due Leoni d’Oro, tra l’emozione e l’orgoglio, come scrive oggi il Corriere dello Sport. “Per il cinema, per il calcio, per quei Mondi che gli appartengono; per cinquant’anni di celluloide e venti (circa) con la testa in un pallone: per quel tempo, la bella vita raffigurando i difetti di questa terra nelle sue Vacanze di Natale (ieri era a Cortina per l’uscita in sala del primo che compie 40 anni) ma non solo, e per questo, consumato a inseguire le traiettorie che avrebbero condotto allo scudetto. Per sentire il «ruggito» di due Leoni d’oro che Venezia – al Gran Premio Internazionale – riconosce ad Aurelio De Laurentiis, nella sua duplice «anima» di Produttore e di Presidente, emozionato e forse di più. «E che a voi dice grazie per questi riconoscimenti prestigiosi». Per quell’epoca, i favolosi anni ‘80, narrati ridendoci su, con film che stanno lì a ricordare cos’eravamo e (forse) anche come siamo cambiati. «Raccontavamo i nostri difetti, la commedia italiana era lo specchio di questo Paese». Però pure per questa era, germogliata tra le macerie del Fallimento nell’estate del 2004 ed evolutasi sino allo scudetto. «E io che non sapevo niente di calcio: quando mi parlavano di 4-4-2 vacillavo. Un’esperienza straordinaria, se non ti immedesimi nelle cose non puoi capirle». Ciak, si premia, e a Venezia sfila Aurelio De Laurentiis con i due Leoni d’oro – uno all’imprenditore e l’altro, personale, al patron del Napoli, per meriti sportivi – e dondola sulla Laguna con i ricordi di quell’universo («mio padre, io ero all’inizio, mi mise a fare l’aiuto di produzione: e questo è il grande insegnamento che mi dà questo Leone d’Oro») e poi approda nelle emozioni del calcio in cui è stato necessario reinventarsi: «Due anni fa ha dovuto ridimensionare il monte-ingaggi, riportandolo a 90 milioni dopo che avevamo toccato i 140 milioni»”.