Ora non si abbassi la tensione. Il Napoli ha vinto ma non stravinto l’incontro, anche contro il Braga si è intravista qualche lacuna. Ma sono quisquilie alla De Curtis, contava qualificarsi vincendo e non speculando, sfatando il tabù del Maradona dove stranamente non si esultava dal 27 settembre ed in Champions ancora non c’era una gioia casalinga.
Si riparte da qui, dall’autorete di Saatci e da Osimhen, due episodi anche fortunosi ma in conclusione di azioni ben congeniate. E’ bastato un tempo, il primo, poi è stato controllo, anche troppo ma solo nel finale si registra un po’ di sofferenza. Forse l’avversario non era dei migliori, non all’altezza dei Campioni d’Italia ma il palcoscenico era quello della massima competizione europea, non avrà il pedigree dei top club, era pur sempre un degno avversario da non sottovalutare. Basta pensare come il Manchester United sia finito ultimo nel girone con Bayern Monaco, Copenaghen e Galatasaray. Non conta il nome, conta la qualità.
La buona notizia, oltre all’approdo negli ottavi, è aver ritrovato il sapore della vittoria, seppur non scintillante. Piccoli progressi affiancati dalle solite amnesie e distrazioni che non tolgono nulla al lavoro di mister Walter Mazzarri, sempre più coinvolto nell’operazione rilancio.
I reparti nel complesso si sono esibiti tra luci ed ombre. La difesa e la fase difensiva ha registrato qualche lieve miglioramento con una maggiore attenzione, abbinata ad una compattezza manifestatasi soprattutto nella ripresa. Il palo del Braga è il frutto di un’azione estemporanea più che il risultato di una pressione costante, eppure tali occasioni non devono ripetersi con il rischio di aprire incontri già archiviati. Il centrocampo è andato a tratti: Anguissa è cresciuto alla distanza ma certe pause non si possono concedere agli avversari, ma lo schermo davanti alla difesa ha funzionato concedendo solo un tiro di un certo spessore come quello di Ricardo Horta nella prima frazione di gioco. L’attacco ha trovato l’ennesima prestazione eccellente di Matteo Politano, di gran lunga il migliore. Osimhen e Kvaratskhelia sono ancora lontani dagli standard abituali, soprattutto il georgiano sembra nervoso o innervosirsi alla distanza quando le giocate non arrivano. Per il nigeriano la rete è il coronamento per la due giorni piena di emozioni ma certe reazioni meglio evitarle.
Una menzione d’obbligo spetta a Meret, autore di una bella parata sullo 0-0, su tiro di Ricardo Horta. Non sarà il classico miracolo, da più tifosi invocato ma rimane sempre una bella ed efficace parata, alla luce delle infinite polemiche, a volte anche pretestuose, contro un serio professionista, non scevro da responsabilità ma troppo spesso usato come capro espiatorio.
La città non si lanci nel toto sorteggio per gli ottavi di finale. A febbraio il Napoli ma anche l’ipotetico avversario attraverseranno condizioni psico-mentali diverse. Guardare quale squadra uscirà dal bussolotto, dovrà solo essere un esercizio di mera curiosità. Il focus deve riguardare sul corretto recupero tecnico, tattico, fisico e mentale per rilanciare definitivamente il Napoli verso le zone alte della classifica, perché il vero Napoli, non avrebbe alcuna difficoltà nel giocarsela con tutti.
La nottata non è passata ma questa sera abbiamo acceso la fiamma per non rimanere al buio.
A cura di Domenico Rusciano