L’edizione odierna de La Gazzetta dello Sport analizza e commenta la gara del Napoli contro la Juventus e la prestazione di Kvaratskhelia:
I piedi e la mente di Kvara in corto circuito nello stesso istante, nell’attimo fuggente in cui il campione georgiano vede trasformarsi una serata da protagonista in una notte da incubo. Capita poco prima della mezz’ora di gioco quando uno splendido lancio di Zielinski pesca Osimhen, che sulla corsa dà una sgasata su Gatti, solo come un quadrupede in tangenziale.
Victor “sente” il suo gemello diverso Kvara arrivare tutto solo davanti alla porta, ma il georgiano col primo tocco orientativo di destro sottovaluta Szczesny, che gli piomba sui piedi e il pallonetto maledettamente alto sulla traversa non è decisamente una conclusione all’altezza della fama di un selezionato per il Pallone d’oro.
È come se il Napoli si fosse fermato lì, senza più riprendersi: specchiandosi in una bellezza che non ritrova più. E qui non ci sono streghe cattive e mele avvelenate, piuttosto servono seri esami di coscienza da parte di tutti i giocatori, ché non si può cambiare allenatore ogni “fiat”.
Si innervosisce il georgiano e prova a riprendersi ma non ci riesce. Si incaponisce in dribbling senza sbocco. E soprattutto cade nelle provocazioni, come quella di Federico Gatti che gli dà una botta sul pallone mentre il georgiano sta per effettuare una rimessa laterale. Kvarasbam tira il pallone addosso all’avversario.
Orsato vede solo quest’ultimo gesto e ammonisce il 77, mentre Gatti ancora una volta la fa franca. Come accadde nell’aprile scorso quando né arbitro né Var videro un pugno del difensore juventino a Kvara. Allora un fallo di frustrazione di una squadra, quella bianconera, sempre in difficoltà sul gioco brillante e profondo del Napoli dello scudetto.
Quello di ieri invece è un possesso palla sterile e che spesso finisce per fare il solletico a una Juve ritrovata e convinta dei propri mezzi, che vince proprio grazie a Gatti. I 12 punti di differenza magari non si sono notati molto sul campo ma ci stanno tutti per una squadra singhiozzante e che da due gare è a secco di gol. Serve che torni in fretta un Kvara a testa alta, non quello che esce a capo basso dal campo e che Walter Mazzarri abbraccia come un papà affettuoso. Martedì serve la testa libera per trovare gli ottavi di Champions. Intanto deve passare una notte da incubo. Notte da Gatti (bianco) neri.