Agcom contro il pezzotto: “Bloccheremo i siti illegali entro 30 minuti dalla segnalazione”

Forse ci siamo. Forse si può togliere il forse. È vero che la lotta allo streaming pirata in Italia (e non solo) è stata anche un percorso pieno di partenze false e dei più svariati vorrei ma non posso, ma stavolta si vede il traguardo. Ieri, l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha annunciato il via alla piattaforma “oscura pezzotto” entro il 31 gennaio. Se è vero che si era ipotizzato un battesimo già a fine 2023 (il giorno prescelto era proprio quello di ieri con Juventus-Napoli), l’ufficializzazione della tempistica fa pensare che a questo punto manchi poco, pochissimo.

La legge approvata con votazione bipartisan dal Parlamento ha dunque le gambe operative per camminare, anzi correre. L’obiettivo è dichiarato: intervenire entro mezz’ora per interrompere la visione fraudolenta della partita o di tutti gli altri eventi live che sono stati fruiti abusivamente in un’economia clandestina dalle grandi cifre, visto che questa industria illegale ha qualcosa come tre milioni di abbonati nei vari ambiti nei quali opera.

Per il calcio, la svolta operativa significa una buonissima notizia visto che la pirateria costa 350 milioni di euro l’anno. Notizia ovviamente celebrata con entusiasmo soprattutto dalla Lega di serie A, protagonista anche dell’avvio tecnico dell’operazione visto che è stata proprio l’associazione dei club a mettere a disposizione la piattaforma su cui si sono sviluppati i test indispensabili per mettere a punto gli interventi.

Machine to machine Ma, appunto, come siamo messi tecnicamente? Siamo messi, dice la nota dell’AgCom che «la piattaforma è dunque funzionante. Spetta ora agli operatori che forniscono l’accesso (ISP) i quali devono oscurare tali siti, su segnalazione dei titolari dei diritti, porre in essere le attività necessarie per rendere operativa la piattaforma». Il tutto, entro il 31 gennaio. Quando ci sarà il via in questo modo: «Il funzionamento della piattaforma si basa su un sistema machine to machine: i titolari accreditati, che hanno già ottenuto un provvedimento cautelare per la tutela del diritto protetto, a fronte di ulteriori violazioni del medesimo diritto, possono “caricare” le segnalazioni di violazione, assistite da un adeguato corredo probatorio, sulla piattaforma che le indirizza automaticamente agli ISP accreditati i quali provvedono al blocco dell’indirizzo IP e/o dell’FQDN (il nome di dominio completo) entro i successivi 30 minuti».

Il meccanismo Insomma, una sorta di robot che bloccherà l’accesso alle partite. Ricapitolando. La segnalazione può partire sia dai broadcaster, sia dalla stessa Lega calcio. I soggetti coinvolti nelle operazioni, abilitati alla segnalazione o come soggetti che devono oscurare i segnali illegali, dovranno accreditarsi entro il primo mese del 2024. E a quel punto il meccanismo diventa automatico e spezza la catena di trasmissione.

Ovviamente chi segnala, si assume tutte le responsabilità di un’eventuale informazione sbagliata. E chi è oscurato può avere una possibilità di ricorrere contro il provvedimento, ma intanto si ritrova sbarrata la strada che consente l’accessibilità “pirata”. Il tutto, ovviamente, combinato con la legislazione già esistente che punisce non solo l’organizzazione per la diffusione del segnale in modo illecito, ma anche gli stessi consumatori del prodotto.

«Epocale» La notizia del via alla piattaforma è stata salutata con entusiasmo da Massimiliano Capitanio, commissario Agcom: «Finalmente si potrà combattere ad armi pari contro la criminalità organizzata, per la lotta alla pirateria è una svolta epocale che colloca l’Italia all’avanguardia a livello mondiale». Ora si tratterà di capire il livello di incisività della piattaforma, ma il suo funzionamento a regime sarà indubbiamente un colpo durissimo all’industria e alla “cultura” del pezzotto.

 

 

Fonte: Gazzetta dello Sport

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