La Juventus nello scorso campionato contro i partenopei ha subito una duplice sconfitta sia in trasferta (5-1), che in casa (0-1).
Juventus-Napoli è sempre stata una sfida mai banale e molto sentita da ambo le parti, sia a livello societario che per la rivalità tra le due tifoserie. I partenopei erano chiamati a riscattare le due sconfitte consecutive contro Real Madrid e Inter, nonostante delle prove tutt’altro che malvagie, pensando anche alla prossima decisiva sfida di Champions in programma martedì al “Maradona“. Il risultato però sorride ai bianconeri, condannando Mazzarri alla terza sconfitta consecutiva.
Ecco, di seguito, i principali spunti del match:
- La macchia: a Napoli un anno e mezzo fa un intero popolo si è innamorato di un calciatore venuto dalla Georgia da autentico sconosciuto. Kvaratskhelia non si discute, perché lui è uno status sociale! Ma la sua prestazione, in assoluto non buona, ieri è stata troppo segnata da quel clamoroso gol fallito che pesa tantissimo nella testa e nei giudizi dei tifosi partenopei. Contro la Juventus si è lasciato bloccare e irritare dagli avversari fino a quando Mazzarri non gli ha messo un terzino vero al suo fianco (per poi sostituirlo!). Da ieri sera però il georgiano sa che ha da farsi perdonare qualcosa e si spera che già martedì prossimo possa restituire…
- L’”ometto”: chiameremo così e non certamente per ragioni anagrafiche il signor orsato. Il fischietto di Schio sembra aver definitivamente risolto il problema della “troppa vicinanza” di cinque anni fa, arbitrando ieri sempre un po’ da lontano e cambiando ogni piccola decisione. Ammonisce chiunque in maglia partenopea alzi solo la mano per chiedere di andare in bagno, mentre veste i panni di un padre affettuoso e comprensivo con Vlahovic e Cambiaso. La sceneggiata della doppia ammonizione a Osimhen e Locatelli (con oltre 40 secondi persi e non recuperati) e’ roba da artisti del calibro di mazzoleni e rizzoli. Chiariamoci la Juventus non ha vinto certamente per l’arbitro (personalmente non ho cercato scuse neanche contro l’Inter), ma vedere arbitrare le partite del Napoli da questo “ometto” che mai diventerà uomo (sarà logorato a vita dal servilismo verso i potenti) continua ad essere snervante.
- I 79 milioni di motivi: sarei un pochino stufo di ripeterlo (curo “a mente fredda” con orgoglio dal 2020 e se avete voglia potete leggere la mia posizione mai variata nel tempo). Non sono ne’ guelfo ne’ ghibellino, né adulatore né asedicino. Sono solo una persona che esprime il suo parere analizzando i fatti e quelli recenti purtroppo ci dicono che Aurelio De Laurentiis ha sbagliato tanto, forse troppo, quest’estate (e anche nei mesi successivi). Proprio in questi giorni abbiamo letto dell’utile record della SSC Napoli (a memoria 79 milioni). Personalmente sono molto felice e orgoglioso che il club sia stato un modello non solo sportivo ma anche virtuoso sul piano economico. Ma ciò non toglie che il patron dovrebbe delle risposte più chiare ai tifosi. Era proprio impossibile trovare un difensore centrale di livello in Europa spendendo anche qualcosa in più del giovane e interessante Natan? Facciamo un ragionamento: se il Napoli avesse preso un difensore di livello ad esempio da 30 milioni, col suo sistema di ammortamento avrebbe imputato il 40% del cartellino sul prossimo bilancio (quindi 12 milioni a fronte dei 4 che andranno per Natan). Era davvero impossibile spenderli (per politica il club non si è mai tirato indietro sui cartellini provando a limitare invece il monte ingaggi) anche a costo di ridurre qualcuna delle enormi riserve? Il rischio è di perdere anche i 40 milioni della prossima Champions perché purtroppo è vero il detto che “lo sparagno non è mai guadagno”.
- Il bivio: il Napoli, dopo essersi virtualmente scucito lo scudetto dal petto in poche settimane, martedì arriverà a un punto di snodo senza ritorno. Già la sfida casalinga contro i portoghesi del Braga (ci sono due risultati su tre e addirittura possibilità di perdere anche solo di un gol) sarà molto importante per il presente e il futuro del club. Qualificarsi significa andare avanti nella corsa Champions per i tifosi, ma anche un “ventello” in termini di milioni da incassare per la società. Come detto la squadra non ha demeritato nelle ultime tre gare, ma resta il fatto che Mazzarri abbia raccolto altrettante sconfitte. Archiviato un periodo di naturale apprendistato, e’ arrivato il momento di trasformare i complimenti in punti e risultati.
Articolo a cura di Marco Lepore