L’INTERVISTA – Mauro a La Gazzetta: “Il Napoli non ha bisogno di nessuno a gennaio, deve solo giocare meglio”

Massimo Mauro, doppio ex di Napoli e Juventus, ha parlato in un’intervista a La Gazzetta dello Sport, in attesa della gara di stasera fra le due compagini all’Allianz Stadium per la quindicesima giornata di campionato di Serie A.
Prima fu il Napoli, fra il 1985 e il 1989, a seguire la Juve, fino al 1993: sono stati gli anni dorati della carriera del doppio ex Massimo Mauro, più che mai ora titolato a radiografare la sfida di stasera.
Juve seconda a due punti dall’Inter: se lo sarebbe aspettato?
«Sì, perché aveva anche Pogba e Fagioli: ero convinto che sarebbe stata competitiva. Poi li ha persi e Allegri è stato bravo a sopperire a due assenze così pesanti. Sta usando la tecnica migliore per fare punti e stare aggrappato all’Inter che ha un parco giocatori molto superiore. I nerazzurri dovrebbero vincere con 10 punti di vantaggio. Ma se la Juve riesce a mantenere l’intelligenza e l’umiltà, può lottare per lo scudetto sino alla fine».
Si aspettava il Napoli a 11 punti dalla vetta?
«No, fra i titolari dell’anno scorso solo manca solo Kim. È vero che aveva fatto una stagione straordinaria, ma la sua assenza non basta a spiegare l’annata-no del Napoli. Spalletti aveva fatto un gran lavoro anche fuori campo, recuperando concetti che si erano persi. Con Sarri si era visto un Napoli bellissimo, Spalletti ha modellato una squadra quasi perfetta, forse irrepetibile».
Cosa si aspetta dalla svolta- Mazzarri?
«Contro l’Inter il Napoli ha dimostrato di non essere tornato quello di prima, ma c’era l’Inter di fronte. La squadra pare aver disimparato il pressing e il contropiede straordinari di Spalletti. Per arrivare fra le prime quattro deve ricominciare a correre e recuperare la “cazzimma” che l’ha fatto grande».
Ci sono davvero nove punti di differenza tra Juve e Napoli?
«Sì, per quello che abbiamo visto fino ad ora: la Juve ha scelto la via dell’umiltà e del rispetto per l’avversario e sta vedendo premiati i suoi sforzi. Il Napoli era campione d’Italia e non si è riproposto con le dovute accortezze. Capitò anche a noi dopo l’anno dello scudetto. Kvara è il simbolo: giocatore fantastico, ma se non trova altri modi di attaccare va in difficoltà. Gli avversari hanno preso le misure, non gli lasciano più campo e lo raddoppiano, lui non ha saputo rinnovarsi, ora gli serve più l’intelligenza dell’istinto».
Un confronto fra le due squadre, reparto per reparto.
«La Juve è più forte in tutte le zone del campo: dietro Bremer è il comandante e Gatti sta facendo molto bene, anche se su qualche gol non è stato irreprensibile. Il Napoli ha preso troppi gol, credo sia questo il suo problema maggiore. Kim teneva la difesa alta ed era molto veloce nei recuperi, io mi sarei fidato di più di Juan Jesus come erede. Il faro dell’anno scorso, Lobotka, ha avuto problemi, davanti Osimhen ha giocato poco. La Juve ha quattro attaccanti di tutto rispetto, strano che abbiano segnato poco».
Perché tanto Osimhen-Kvara e Vlahovic-Chiesa non hanno ancora ingranato al 100%?
«Il Napoli ha fatto vedere veramente poco in attacco e il nigeriano ha giocato poco, sull’altro fronte la Juve ha un gioco che fatica a mettere le punte davanti alla porta avversaria, tanto è vero che gli ultimi gol sono tutti di centrocampisti e difensori».
Di chi hanno bisogno le due squadre al mercato di gennaio?
«Il Napoli di nessuno, deve solo giocare meglio. La Juve con due centrocampisti di alto livello può alzare le sue chance in chiave scudetto, anche se poi dipenderà dall’Inter».
Si dice che questa potrebbe essere l’ultima stagione di Allegri sulla panchina bianconera.
«Credo che un cambiamento possa essere utile sia a lui sia alla Juve».
Quale posto fra i primi 4 occuperà la Juve a fine stagione?
«La vedo seconda, alle spalle di chi mi pare scontato».
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