“Vlahovic è più giovane e completo di Victor”, parla Nicolas, il fratello di Higuain

Juventus-Napoli si avvicina, venerdì le due compagini si sfideranno all’ultima goccia di sudore, anche se per motivazioni diverse. Nicolas Higuain, fratello del doppio ex, Gonzalo, ha parlato in un’intervista a La Gazzetta dello Sport, soffermandosi tra le altre cose anche sulla suddetta gara.

Pensi a Juventus-Napoli e rivedi i gol di Gonzalo Higuain. È così per tutti e soprattutto per il fratello del Pipita, Nicolas, che nel frattempo da procuratore si è trasformato in cantante e il 15 dicembre uscirà con il singolo “La vida es un rato”. «Sì, la vita è un attimo – racconta Nicolas Higuain – e in questa canzone rivivo tutte le città in cui sono stato accanto a Gonzalo durante la sua carriera: Madrid, Napoli, Torino, Buenos Aires. Mio fratello, ora che ha smesso con il pallone, mi ha detto che vorrebbe farmi da agente… Gonzalo ha staccato, ma in futuro lo vedo di nuovo nel calcio, come istruttore dei ragazzini».
Venerdì c’è Juve-Napoli: dovesse scegliere una canzone?
«La Juve è “Ragazzo fortunato” di Jovanotti. Il Napoli “Perdere l’amore” di Massimo Ranieri, una canzone che amava tantissimo anche Diego Maradona».
Gonzalo farebbe più comodo ad Allegri o a Mazzarri?
«A entrambi. Massimo rispetto per Vlahovic e Osimhen, ottimi attaccanti, ma mio fratello è stato di un’altra categoria».
Tra Vlahovic e Osimhen, chi le ricorda di più Gonzalo?
«Parliamo di punte differenti tra loro, ma in Vlahovic rivedo qualche colpo di Gonzalo. Dusan è più giovane e completo di Victor. Il serbo mi piace anche perché in estate ha dimostrato di avere gli attributi decidendo di voler restare alla Juventus. Se fosse mio fratello, a Vlahovic direi soltanto una cosa: stai sereno, con le tue qualità puoi segnare due gol a partita».
Qual è stato il miglior Higuain?
«L’ultimo di Napoli, quando ha realizzato il record dei 36 gol in campionato e quello della prima stagione alla Juventus».
Juve e Napoli si sfidano a ruoli invertiti: lo scudetto è sul petto delle maglie azzurre e non bianconere. Avete fatto i complimenti al presidente De Laurentiis?
«Li abbiamo fatti a tutti i nostri amici napoletani, che sono tanti, ma non a lui. De Laurentiis sa che con noi non è stato sempre di parola: non li merita. Pensate a Spalletti: ha vinto uno scudetto fantastico, che mancava dai tempi di Maradona, ma pure lui se ne è voluto andare…».
Se pensa al trasferimento di suo fratello dal Napoli alla Juventus per 90 milioni?
«Adesso rido, ma l’estate 2016 fu stressante: 40 giorni di trattative e proprio in quei mesi scoprimmo la malattia di nostra madre».
Un aneddoto di quell’estate?
«La Juventus era stata la prima a volere Gonzalo già nel 2013. Non potendo soddisfare le richieste del Real Madrid, i bianconeri scelsero Tevez e mio fratello andò al Napoli. Così, nell’estate 2016, dissi subito all’allora d.s. Paratici: se non avevate i soldi 3 anni fa, come fate adesso che mio fratello ha una clausola da 90 milioni a Napoli? La sua risposta fu netta: fidati, abbiamo venduto Pogba e prendiamo Gonzalo».
Gonzalo, tornasse indietro, rifarebbe una scelta così drastica?
«Sì. A Napoli aveva dato tutto in campo, ma senza ricevere altrettanto dalla società. Quando si è presentata la possibilità di andare via e di trasferirsi alla Juve, Gonzalo non ha avuto dubbi. A Torino ha vinto 3 scudetti, è entrato nella storia del club e del ciclo dei 9 tricolori di fila e ha sfiorato la Champions».
Dopo Gonzalo si sono trasferiti alla Juve altri ex Napoli illustri: Sarri, Milik, Giuntoli. Stupito?
«Gonzalo ha fatto una scelta coraggiosa, ma rispetto agli altri è stato vissuto come un traditore».
Giuntoli è stato l’ultimo in ordine di tempo…
«Cristiano è molto preparato, ai tempi di Napoli mi chiedeva sempre molte informazioni sui giocatori argentini o protagonisti in Sudamerica. Giuntoli è abile e furbo sul mercato. Se non sei stato un grande giocatore e da dirigente cominci dalla Serie D con il Carpi e arrivi in A, poi conquisti lo scudetto con il Napoli e vai alla Juve significa che sei un… genio. E Cristiano lo è. Gli auguro di vincere anche a Torino».
Le fa effetto vedere ancora Allegri sulla panchina della Juventus a giocarsi lo scudetto?
«Sono pochi i tecnici che possono allenare la Juve e ancora meno quelli che riescono starci a lungo. Max è tra quelli. Gonzalo mi ha sempre detto che Allegri è bravissimo a creare un bel gruppo. Mio fratello ha avuto il top in carriera: Capello è stato un padre per Gonzalo, lo ha lanciato al Real Madrid a 18 anni. Sarri lo ha sempre trattato come un figlio. E non dimentichiamoci di Mourinho».
Comments (0)
Add Comment