Cobolli Gigli: “ll Napoli resta una squadra di spessore, a Torino ha l’ultima chance per restare in vetta”

A “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Giovanni Cobolli Gigli, ex presidente della Juventus. Di seguito, un estratto dell’intervista:
Venerdì si sfideranno la sua Juventus contro il Napoli
“La gara mi preoccupa. Faccio un preambolo, nella gara contro i nerazzurri tifavo per i partenopei. Non solo per la simpatia nei confronti degli azzurri, ma anche perché, con un successo, il Napoli sarebbe arrivato molto più disteso a Torino. Allo Stadium, invece, la squadra si giocherà l’ultima chance per poter restare vicino alla testa della classifica e pensare di poter rientrare tra le prime quattro. Al di là dei risultati, il Napoli resta una squadra di spessore, pur avendo pagato l’addio dell’allenatore che l’aveva portata al successo, e che è dovuto andar via, e le scelte da parte del presidente, prese con un po’ di superficialità”.
Quando dice che Spalletti è dovuto andar via, si riferisce a problemi personali del tecnico o al fatto che De Laurentiis lo ha messo in condizione di andar via?
“Personalmente, penso che Spalletti non abbia apprezzato alcuni atteggiamenti del presidente, tipici di un principe assoluto nei confronti dei regnati. Comunicare un rinnovo attraverso una PEC è la maniera più arida nei confronti di un tecnico che ti ha portato al successo. Conoscendo Spalletti, non l’avrà presa benissimo e se la sarà legata al dito. Un comportamento di un presidente che ha peccato di superbia”.
Crede sia stata giusta la gestione post scudetto di de Laurentiis?
“Premesso che apprezzo quel che ha fato De Laurentiis, che ha portato il Napoli dalla C a campionati sempre competitivi in A, va anche detto ci sia stato un atto di superbia, o anche di presunzione. ‘Faccio tutto io da presidente’, un atteggiamento da raccattapalle. In alcune circostanze, sostituirsi all’allenatore rischia di togliere autorevolezza al tecnico dinnanzi ai giocatori”.
Qual è il più grande pregio della Juve di oggi?
“La difesa, che potrebbe paragonarsi all’attacco degli azzurri. A differenza dei bianconeri, la retroguardia del Napoli pare non confermare quanto di eccezionale fatto lo scorso anno. La difesa della Juventus, contro il Napoli, dovrà fare il suo lavoro al 100%, con grande attenzione nei confronti del reparto offensivo del Napoli. L’attacco bianconero, invece, dovrà esprimere tutto il suo potenziale. Diversamente da quel che possono pensare in molti, apprezzo molto la guida di Allegri. Il tecnico sta cercando di assicurare alla società almeno il quarto posto, obiettivo fondamentale per le finanze del club. Apprezzo molto la Juventus sotto la presidenza di Ferrero. Un mio amico che si sta comportando in maniera corretta. La parte tecnica, con l’addio di Paratici, è stata cambiata, così come la parte comunicativa dopo la partenza di Albanese. Paratici, che era cotto nell’ultimo periodo, è stato ben sostituito”.
La Juventus avrà il dente avvelenato dopo il 5-1 del gennaio scorso?
“La Juventus dovrà avere il dente avvelenato dal punto di vista sportivo. I bianconeri dovranno mettersi in testa di fare ottime partite contro tutti gli avversari, anche se contro gli azzurri si dovrà essere determinati per tutti i novanta minuti, seguendo le istruzioni del proprio tecnico. È particolarmente importante che i calcolatori seguano quanto dice l’allenatore. Lo spogliarello di Allegri, nei minuti finali, lascia pensare che la squadra non interpreti ancora totalmente i dettami del proprio allenatore”.
Come è possibile che un club indebitato come l’Inter non sia stato ancora sanzionato?
“Non saprei, forse, c’è un occhio non particolarmente attento. Sull’Inter non mi esprimo più da quando il faldone sui nerazzurri è scomparso durante le inchieste di Calciopoli, poi riemerso quando il reato era andato in prescrizione. L’Inter, forse, può ottenere più di quel che potrebbe. La società milanese deve rimborsare trecento milioni di debito. Ho letto che, ultimamente, ha disertato anche una riunione a riguardo. La cosa che più mi addolora è che nell’Inter c’è un uomo di grande valore come Marotta, un punto di forza quando era alla Juve ed un fattore aggiunto per i nerazzurri”.
Quanto sarebbe importante vincere per i bianconeri contro il Napoli?
“E’ assolutamente importante vincere, a prescindere dai risultati dell’Inter, al fine di ottenere il prima possibile la qualificazione per la Champions. Se la Juventus fosse posizionata in maniera che gli altri pretendenti siano lontani di dieci o più punti, sarebbe un ottimo risultato. Essendo agli inizi del campionato, bisogna pedalare e conquistare più punti possibili. Certo, la Juve è anche favorita dalla sorte. Il gol di Gatti, a Monza, lo scorso anno non sarebbe mai arrivato, seppur meritato”.
Chi teme, nei singoli, della squadra partenopea?
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“Temo Kvaratskhelia, mi sembra già in forma. Inoltre, temo Osimhen, un grande campione anche se non è ancora nella forma ideale. Il Napoli, però, è una squadra forte, e sono sicuro vorrà fare una grande partita, e ciò richiederà una particolare attenzione da parte degli uomini di Allegri. Quella di venerdì è una partita da Champions!”
NapolinewsRadio
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