Condò critica la Serie A: “Il concetto di spettacolare è scomparso dopo il Napoli di Spalletti”

Paolo Condò si è espresso così sulla Serie A nel suo editoriale per la Repubblica:

 

“Domenica scorsa il campionato ha espresso il suo teorico massimo con Juventus-Inter, lo scontro diretto per lo scudetto, la prima in casa della seconda. Non è stata una gran partita: una fiammata a metà primo tempo col botta e risposta tra Vlahovic e Lautaro, poi più nulla. I dati segnalano che il gol del serbo è stato l’unico tiro in porta della Juve, l’Inter ne ha prodotti altri tre ma del tutto dimenticabili”.

Lo spunto viene sfruttato per una riflessione sul crollo degli introiti dai diritti tv e dell’appeal della Serie A: “Se questa è la migliore gara del nostro campionato, perché un tedesco, un arabo, un americano o un brasiliano dovrebbero guardare la Serie A? Perché le televisioni estere dovrebbero alleggerire l’offerta per la Premier e appesantire quella per noi? Ai tempi del grande Barcellona di Guardiola e dei suoi molti epigoni in Liga, alcuni giornalisti spagnoli facevano i fenomeni scrivendo che le partite della Serie A erano emozionanti come osservare la vernice mentre si asciuga su una parete.

Venne l’Inter di Mourinho a fare giustizia di tanta presunzione, ma quella era Champions, in fondo non ce la stiamo cavando male nemmeno quest’anno. Il problema è il campionato, dove il concetto di spettacolare – passato come una meteora il Napoli di Spalletti – è letteralmente scomparso”.

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