Prima si chiamava San Paolo, oggi Diego Armando Maradona ma il cambio del nome non ha modificato la sostanza: l’utilizzo della storica struttura di Fuorigrotta da Rosetta Iervolino a Gaetano Manfredi passando per Luigi de Magistris fa litigare i sindaci con patron Aurelio De Laurentiis che ormai da 20 anni è il proprietario della Ssc Napoli e unico interlocutore del Municipio. Il produttore cinematografico vuole comprare il Maradona, il sindaco gli ha lanciato la sfida: «Tiri fuori progetti e soldi e ne discutiamo» ma l’impianto di fatto non è sul mercato. Come stanno allora le cose? De Laurentiis è propenso ad accettare una concessione lunga anche 50 anni in luogo dell’acquisto come proposta dallo stesso sindaco? Dal Calcio Napoli ricordano che Palazzo San Giacomo ha già a disposizione una proposta per la concessione a lungo termine del Maradona: si tratta del progetto realizzato dall’architetto Gino Zavanella, già ideatore dello Juventus Stadium e del nuovo Arechi di Salerno. Un progetto che De Laurentiis propose all’amministrazione de Magistris ma che fu bocciato all’epoca dal Municipio. Il progetto prevedeva uno stadio da circa 40mila posti che, secondo i calcoli della società azzurra rispetto alla media delle presenze degli ultimi anni, è più che sufficiente per accogliere la tifoseria azzurra. Al Comune però fanno sapere che aspettano un progetto nuovo di zecca che preveda una capienza minima di oltre 50mila posti cioè in grado di ospitare eventi internazionali. E lo schema degli investimenti sull’impianto «che devono avere – trapela – finalità anche sociali» vale a dire qualcosa che possa coinvolgere i giovani e nel caso si dovesse togliere la pista di atletica trovare una soluzione per le decine di società di atletica e le centinaia di ragazzi che si allenano a Fuorigrotta.Per la Società il progetto Zavanella è un punto di partenza ma il Napoli è più che disponibile a ridefinire l’offerta nell’ambito di una nuova trattativa con il Comune. Toni più soft trapelano dal quartier generale dei Campioni d’Italia, ma la sostanza non cambia le parti sono distanti. «L’ultimo incontro – fanno sapere dalla Società – c’è stato un mese fa e non ha prodotto i risultati auspicati dal club». La Società – questo il ragionamento – attende risposte sul reale interesse del Comune a vendere o dare lo stadio in concessione a lungo termine perché per la Società «dovrebbe essere interesse del Comune dare lo stadio al club, altrimenti cosa se ne fa il Municipio del Maradona?». De Laurentiis rilancia la sfida che è la stessa degli ultimi tre lustri: «Sono pronto anche a ragionare sull’opzione di costruire un nuovo stadio in provincia».La sfiducia reciproca si tocca con mano. Manfredi – per esempio – si è legato al dito l’accusa di juventinità da parte del patron, per Manfredi si tratterebbe di un tentativo di scatenare la parte più calda del tifo contro il Comune. Nel famoso incontro segreto di un mese fa il patron ha chiesto il prezzo dell’impianto che Manfredi non ha potuto fare perché spetta a un ente terzo stabilirlo trattandosi di un immobile pubblico. E questa mancata risposta ha invece indispettito il presidente. Una concessione cinquantennale – tuttavia – equivale a una vendita perché il titolare della concessione potrebbe trasformare l’impianto e metterlo a reddito, perché allora non venderlo? Per Palazzo San Giacomo l’insistenza del patron per acquistare l’impianto potrebbe essere una manovra da parte di De Laurentiis per poi vendere in blocco società e stadio. Per il Comune la dismissione del Napoli calcio non sarebbe un tabù e se fino a oggi non ci sarebbe riuscito è perché la società è proprietaria solo dei cartellini dei giocatori ma non ha patrimonio immobiliare, mentre se avesse uno stadio di proprietà cambierebbe rapidamente lo scenario. Vero? Falso? Se ne saprà di più nei prossimi giorni perché di certo tra Manfredi e De Laurentiis il duello è appena iniziato.
Fonte: Il Mattino