Verso Euro 2032, in Italia prende il via il dibattito sul tema-stadi

In vista di Euro 2032, riaffiora il tema relativo agli stadi di proprietà in Italia. Primo esempio di impianto di proprietà nel nostro Paese fu l’allora Giglio di Reggio Emilia, divenuto nel tempo Mapei Stadium e sede delle partite casalinghe del Sassuolo. Nel 2013 l’azienda Mapei ha avocato a sé lo stadio divenuto oggi un modello virtuoso per l’intera azienda-calcio. Due anni prima fu la volta della Juventus, e da allora sono numerosi i club italiani – di massima serie e non – ad aver tentato la stessa sorte, ma solo in pochissimi ci sono riusciti. In Italia l’impiantistica sportiva resta di proprietà pubblica con le società che ottengono una convenzione o una concessione della struttura, dietro il riconoscimento all’ente di un canone di fitto annuale.

Ad oggi sono di proprietà dei club, gli stadi della JuventusAllianz Stadium»), dell’AtalantaGewiss Stadium»), del Frosinone («Benito Stirpe»), dell’Udinese («Dacia Arena») ed il «Mapei Stadium» di Reggio Emilia in Serie A; della Cremonese («Giovanni Zini») in B e dell’AlbinoLeffe (AlbinoLeffe Stadium) in terza serie.

L’Allianz Stadium di Torino, in particolare, è anche il primo modello di stadio italiano privato edificato sul modello inglese. Attorno ad esso sorgono infatti un centro commerciale ed il museo della Juve che fanno registrare spesso il tutto esaurito (e non solo il giorno della partita), oltre ad un centro poliambulatoriale ed a tutta una serie di servizi che hanno riqualificato la zona della Continassa (dove nel 2017 è stato edificato il complesso sportivo multifunzionale J-Village, sempre di proprietà del club bianconero). Tutto ciò ha ovviamente generato importanti benefici economici per l’intero indotto sette giorni su sette e non soltanto in occasione delle gare casalinghe. Sono numerosi i club che avrebbero voluto sottoporre i propri impianti ormai datati ad un corposo restyling, iniziative quasi sempre naufragate a causa di annose lungaggini burocratiche.

 

Fonte: ilmattino.it

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