Però è stato bello, eh sì: ma ora che Real Madrid-Napoli è finita, e quel 4-2 comunque fa male, è il momento di anestetizzare il dolore e di rialzarsi, perché l’Inter chiama e Mazzarri non vede l’ora.
«E pensare che ad un certo punto ho creduto di poterla vincere, perché avevamo creato un paio di occasioni importanti. Ma il Real Madrid è micidiale in contropiede, avremmo dovuto fare attenzione. Ma non si può non sottolineare la prestazione che abbiamo fatto». E’ stata una serata comunque viva, prima che si spegnesse la luce, che mancassero (forse) un po’ le gambe, che Bellingham entrasse in scena e che Mazzarri lasciasse scivolar via la rabbia per quel finale che anestetizza la classifica, mica l’umore, nonostante l’influenza: «Perché io rimango contento, stavamo giocando veramente bene quando il Real è passato. Magari sarebbe stato necessario concedere di meno, ma i ragazzi avevano le mie stesse sensazioni, ci hanno provato. Io sono soddisfatto di loro, del loro valore tecnico sapevo, di quello umano ho avuto conferma. L’abbraccio di Anguissa testimonia l’empatia. Qualche errore lo abbiamo commesso, ovvio, ma contro il Real Madrid ci sta».
AHIA. E comunque fa male, neanche poco, e lo spiega l’espressione di Anguissa, quella faccia immalinconita, dopo un 2-2 che aveva aperto alla speranza. «Abbiamo pagato certi errori che a questi livelli non ti puoi permettere. Ma bisogna ripartire dalla cose belle: e ne abbiamo fatte. Siamo venuti qua per vincere, abbiamo dato tutto. Adesso dobbiamo battere il Braga, arrivandoci tranquilli: si ragiona di gara in gara».
PECCATO. Ma per un (bel) po’, al di là dello 0-1, il Napoli è stato lì, attaccato al Real, lo ha inquietato, gli ha messo ansia addosso. E per un tempo, proprio quando pareva stesse per crollare, oltre l’illusione del vantaggio, è capitato pure altro, e sempre a Simeone, che per centimetri zero o poco più, non l’ha aggiustata prima del tè. Poi, staffetta, come da logiche che Mazzarri non ha voluto alterare, e il cholito se ne è stato a guardare, a imprecare, ma anche a riflettere: «Ci siamo fatti prendere negli spazi sul 3-2 ma possiamo essere contenti di noi stessi. Abbiamo fatto una grossa partita contro una grandissima squadra, ci abbiamo provato e continueremo a farlo. E’ stato positivo aver affrontato nel modo giusto la gara: ci spiace averla persa e proveremo a migliorare per capire cosa abbiamo sbagliato». La sua serata è stata piena, eccome – gol, movimenti, iniziative e poi – il graffio sulla pelle del Real, la rivale di suo padre, abbracciato nel pomeriggio in albergo e idealmente nel momento in cui il «Santiago Bernabeu» è impallidito: «Papà non è venuto, si è goduto il meritato riposo dopo la vittoria di martedì a casa. Mi ha detto: tira in porta. Ho eseguito. Segnare in questo stadio mi ha fatto piacere, è stata una emozione enorme giocare qui, dove ho visto anni fa segnare Messi. Il derby di famiglia è una cosa mia personale. Sono contento dei minuti che ho giocato, anche se avrei preferito vincere. Ma ora pensiamo all’Inter».
Fonte: CdS