L ‘uomo che una volta guardava l’orologio, imprecava alla stella e tracciava iperboli, se ne sta ora dentro la sua nuova natura e mentre rigira i pollici nelle tasche del soprabito, osserva il futuro: «Sono contento, ci mancherebbe, ma dobbiamo crescere, perché nel secondo tempo stava diventando dura».
La Storia, quella scritta da Luciano Spalletti, sta lì a portata di mano, che un giorno sì e l’altro pure non smette di ricordarlo: e però, non dovendola ripetere con il copia e incolla, consapevole che certi miracoli restano irripetibili, quando Atalanta-Napoli è finita, Walter Mazzarri fa un salto al passato e si proietta moderatamente oltre.
«Vedere quella squadra era un piacere per gli occhi. Io mi divertivo, tanto. Dovevamo vincere, perché ci serviva tornare sereni: ci siamo riusciti, giocando bene il primo tempo, quasi alla perfezione; e però poi nella ripresa siamo calati, ci siamo allungati, non pensavo che dovessimo soffrire così tanto. Ma siamo stati bravi nel reagire, approfittando anche di un episodio: ma c’eravamo».
Il Napoli che cambia è un po’ figlio delle sostituzioni, entrano Cajuste ed Elmas, vanno a dare una mano ad Osimhen, alzatosi dopo 48 giorni dalla panchina, e provvedono. «Devo fare i complimenti a tutti. Osimhen è calciatore sul quale c’è poco da aggiungere, ha dimostrato quanto vale. E Anguissa, per dirne una, è arrivato appena venerdì: io ci ho parlato un’ora, è scattata subito empatia tra di noi ed ha dato più di quello che poteva. Mi era stato detto che questo era un gruppo di bravi ragazzi e ne ho avuto la conferma».
Fonte: CdS