Parla Spalletti: “NAPOLI DA SCUDETTO”. Per l’ex la corsa resta aperta!

Il Napoli e l’Italia, gli amori e le ossessioni. La corsa scudetto, la qualificazione a Euro 2024 e il caso Gil Manzano, le scelte fatte e quelle da fare, il futuro del nostro calcio ma anche i temi di attualità, sui quali è meglio non abbassare mai la guardia. Luciano Spalletti è tornato a parlare dopo la sfida della BayArena di Leverkusen, che ci ha permesso di approdare in Germania il prossimo anno senza passare dagli indigesti play off. Lo ha fatto alla sua maniera, da toscano, senza girarci troppo attorno. Come quando, altro giorno, a poche ore dalla sfida all’Ucraina, non si fece problemi a dire, a proposito dell’assassinio di Giulia Cecchettin: «Non se ne può più di questi codardi di merda». E ieri ha aggiunto: «Mi farebbe piacere vedere in una piazza qualcuno con una bottiglia di acqua minerale in mano, bisogna sensibilizzare tutti, dai film alle canzoni. Bisognerebbe educare i figli in un certo modo, quello del papà è un altro mestiere che va fatto in maniera seria dando comportamenti e principi ai figli».  

 

 SCUDETTO. Si vira sul calcio, vinci a Napoli e poi ami. Perché, per Spalletti, Juve-Inter non è da scudetto: «E’ troppo presto, non è già finita. Ci sono dentro ancora il Napoli e il Milan, dentro a piedi pari. Le conosco (in un caso è proprio il caso di dirlo, ndr), ho visto le qualità dei giocatori e degli allenatori che hanno (e anche questo rientra nel suo ruolo di ct 3.0, visite a domicilio presso i club a go-go). sono top club e possono ancora vincere il campionato« ha detto il ct azzurro a margine dell’evento «L’Europa di Domani».

QUALIFICAZIONE . E no, non gli va giù. Tutto legato all’episodio Cristante su Mudryk che Gil Manzano a derubricato a non rigore. Come se tutto quello che era successo nei 92 minuti precedenti, non contasse nulla: «Lo dicono per attaccarci, per darci contro, mi dispiace. Non abbiamo rubato nulla, abbiamo non meritato ma strameritato di qualificarci all’Europeo. Ok, quell’episodio può essere dubbio, ma non si può estrapolare una singola azione senza guardare il resto della prestazione. Fra l’altro, non è certo chiaro come lo hanno descritto in tanti. Della partita di Leverkusen, comunque, rimane addosso il calore degli italiani». 
 
RUOLO. Tanto per fare qualche nome: Zaniolo, che il ct ritiene fondamentale per le scelte in vista dell’Europeo: «Nicolò per me può fare il centravanti, può ricoprire quel ruolo e potrebbe avere un futuro importante». Perché alla base, il problema da risolvere è quello del gol, «e se non ne fai, fai poca strada nel calcio. Ma noi ne abbiamo di giocatori che li fanno, Immobile e Retegui li conosciamo e li apprezziamo. Stavolta c’erano Scamacca, Raspadori e Kean: li ho conosciuti meglio, hanno potenzialità diverse ma fondamentali, ho imparato ad apprezzarli». Gli chiedono di Pafundi: «Buonissime qualità, ma il talento deve avere altre caratteristiche: il talento non è già un campione». 

L’APPELLO. C’è spazio anche per un monito, che sa tanto di appello: «Vedo i campionati italiani imbottiti di giovani che vengono dall’estero mentre noi preferiamo fare la Primavera. Poi, o vai in panchina o vai in categorie minori. Ne vedo pochi andare all’estero a confrontarsi in campionati di livello dove puoi dimostrare il tuo valore. C’è anche la complicità di molti procuratori». 

 

Fonte: CdS

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