Il tempo scorre veloce, e sabato, giorno del debutto di Walter Mazzarri, per la seconda volta, sulla panchina del Napoli, si avvicina, con la partita che gli azzurri giocheranno contro l’Atalanta di Gasperini. Il Corriere dello Sport scrive “In sintesi, e brutalmente, è solo una questione di numeri, non di schemi e neanche di modelli di riferimento: per salire sulla giostra, e lasciarsi accarezzare il mento volitivo, Mazzarri ha buttato via il suo mantra, la difesa a tre, e s’è tuffato in una “scienza” per lui inedita, la difesa a quattro, una tendenza di massa dalla quale s’è tenuto sistematicamente alla larga, per convinzione, per istinto e ispirazione mica per tendenza. Però, davanti, di tenori ne ha sempre avuti tre (Lavezzi, Hamsik e Cavani; altrimenti Pandev), anche a Napoli, combinandoli con un atteggiamento diverso, quasi alternativo, che adesso va ricostruito attraverso una rilettura dei propri codici e quella sgargiante bellezza che appartiene ad Osi, a Kvara, a Zielinski, gli artisti nei quali specchiare la propria immagine moderna”.