Baresi a Il Mattino: “Il Napoli, comunque, darà filo da torcere a tutti”

Ai ragazzi dice: «Il calcio è stato per me un’ancora di salvezza. Ho avuto una infanzia non felicissima. Dovete sempre credere nelle vostre qualità e nei vostri sogni». Franco Baresi in un tempio della napoletanità, il Kodokan di Piazza Carlo III, per parlare di play for the future, progetto di Fondazione Milan, ministero della Giustizia e Fondazione Cdp mirato al reinserimento sociale dei giovani nei circuiti penali attraverso percorsi di educazione sportiva e orientamento professionale».

Serviva il Milan per un progetto così a Napoli? «La Fondazione Milan è nata per sostenere i più fragili. Noi siamo felicissimi di essere arrivati anche a Napoli con questo progetto così importante. Sono ragazzi che hanno sbagliato e meritano di avere un’altra chanche. Lo sport ti dà gli strumenti giusti».

A Napoli sono rimaste epiche le sue sfide con Maradona. «Maradona è stato un esempio per tutti sia sul campo che fuori. Aveva un cuore grande. Sarebbe stato contento anche lui di vedere questa struttura e di sapere del lavoro che svolge».

Italia qualificata all’Europeo, ma quanta sofferenza. «La Nazionale ha bisogno di sostegno ed entusiasmo dopo la delusione della mancata qualificazione ai Mondiali. Speriamo di fare bene per il calcio e il movimento».

Torna il campionato: sarà una sfida Juve-Inter fino alla fine? «È ancora presto per dirlo. Juve e Inter sono davanti e possono essere avvantaggiate».

Quale ruolo può recitare il suo Milan? «Il Milan deve essere ambizioso, deve pensare sempre in grande e poi tireremo le somme alla fine».

E il Napoli? «Quando vinci uno scudetto l’anno dopo ci sono tante aspettative. Non era facile dopo l’addio di Spalletti. Il Napoli è sempre una squadra competitiva e darà del filo da torcere a tutti».

Quanto è cambiato il calcio moderno dal suo calcio? «In campo c’è sempre la stessa passione ed entusiasmo. È chiaro che dobbiamo adeguarci al mondo che corre e dobbiamo essere bravi ad avere l’equilibrio per poter puntare degli obiettivi».

Ed il ruolo di libero? «Ho vissuto il cambiamento delle generazioni. Ho giocato sia da libero normale che a zona, con un calcio più organizzato. Il calcio si è evoluto. Ora i difensori sono molto preparati anche a costruire da dietro».

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